Mai come in settembre il giardino vede protagoniste piante con fioriture azzurro intenso, colore peraltro non così comune in natura.
Cominciamo con Caryopteris x clandonensis, arbusto originario dell’Asia Centrale, poco conosciuto e ingiustamente trascurato. Appartenente alla famiglia delle Verbenaceae, raggiunge l’altezza di 100-150 cm e si sviluppa altrettanto in larghezza.
Caryopteris x mastacanthus Grand Blue |
La pianta è assai rustica, potendo resistere fino a –10-15°C. poco esigente in fatto di terreno, accontentandosi anche di substrati poveri, non tollera tuttavia ristagni di acqua alle radici. Sfugge alla calura estiva grazie al colore grigiastro del fogliame, che riflette la luce. Come quasi tutte le specie tipiche di ambienti caldo-aridi, esige un’esposizione in pieno sole.
Caryopteris x clandonensis Heavenly Blu |
Poiché fiorisce sui rami prodotti nel corso della stagione, occorre potarlo energicamente alla fine dell’inverno, asportando tutti i rami dell’anno precedente e lasciando solo 1-2 coppie di gemme alla base. Sono state fatte numerose selezioni e incroci a partire dalla specie botanica, che hanno permesso di ottenere varietà caratterizzate da una colorazione dei fiori particolarmente intensa, quali la Caryopteris x clandonensis Heavenly Blue o la C. Grand Bleau.
Altro esponente ingiustamente trascurato della famiglie delle Verbenaceae è il Vitex agnus- castus.
Vitex agnus-castus |
Ampiamente diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo e lungo le coste, si trova spesso a vegetare insieme alle Tamerici, poiché, come queste ultime, manifesta una elevata resistenza al salmastro.
E’ un arbusto di cospicue dimensioni; se non potato assume infatti una forma poco compatta e può raggiungere i 3-4 mt di altezza. Le foglie, persistenti, sono opposte, palmato-composte, costituite da 5-7 foglioline di colore verde-grigio. Anche’esse, se stropicciate, emanano un profumo molto aromatico. I fiori sono raccolti in pannocchie terminali erette, lunghe fino a 15 cm, di colore che varia dall’azzurro lavanda al viola-blu più intenso. La fioritura, che comincia tipicamente a metà estate, si protrae fino a tutto settembre.Le esigenze sono molto simili a quelle del Caryopteris. Tanto il Caryopteris che
il Vitex sono molto attrattive per l’entomofauma, in particolare le api.
La vasta famiglie delle Labiatae annovera un grazioso sufruttice originario dell’Asia centrale (Afghanistan, Pakistan, Iran e Tibet) chiamato Perowskia atriplicifolia ma universalmente noto come “Salvia russa”. In realtà non appartiene al gruppo delle Salvie, pur avendo in comune, oltre l’appartenenza alla famiglia botanica, il profumo pungente delle foglie.
Perowskia atriplicifolia |
La Perowskia è un grazioso arbusto molto pollonifero che forma folti cespi alti fino a 1 mt e larghi 50-60 cm, in prevalenza erbacei, se si esclude la parte basale lignificata. Le foglie, lanceolate e profondamente incise e frastagliate, sono di colore grigio-argento e lunghe 5 cm. In tarda estate e per tutto l’autunno si sviluppano i fiori, portati in lunghe spighe terminali lunghe anche 30 cm, di colore blu-violetto.
Come si può desumere dal suo areale di origine, è una specie molto rustica e tollera bene, oltre ai freddi intensi, anche l’aridità estiva , oltre che terreni poveri, calcarei o gessosi con pH molto alto. Richiede solo esposizioni in pieno sole e ottimo drenaggio.
In inverno la parte aerea, a consistenza erbacea, dissecca completamente e pertanto dev’essere asportata fino a 4-5 cm da terra a inizio primavera. L’emissione dei nuovi getti avverrà dalla base, unica parte lignificata.
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