Uno dei principali fattori che condiziona la vita delle piante è senza dubbio il tipo di terreno. Spesso una pianta cresce poco per problemi legati al mancato sviluppo di un buon apparato radicale, o alla scarsità di alcuni elementi minerali di cui ha bisogno, o ancora alla troppa o poca acqua presente nel suolo in cui vegeta.
Tutti questi fattori sono determinati dalle caratteristiche sia fisiche (composizione, struttura) che chimiche (pH, presenza di particolari elementi minerali) dei suoli.
Conoscere il terreno è importante quando si scelgono le piante del giardino. In natura infatti, ci sono numerose specie che con i millenni hanno sviluppato strategie particolari per adattarsi a vivere in suoli ove determinate caratteristiche sono molto accentuate (ad es sui calcari o sulle argille oppure con pH acido o, al contrario, fortemente basico).
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Terreno ghiaioso |
Terreni ghiaiosi: contengono almeno il 40% di materiale grossolano (sassi, ghiaie, pietrisco, sabbie grosse, definiti come “scheletro”). Sono per loro natura incoerenti, molto porosi, con elevato grado di percolazione dell’acqua, quindi molto asciutti e poveri di sostanza organica. Facili da lavorare, sono poco fertili, e spesso anche poco profondi.
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Terreno sabbioso |
Terreni sabbiosi: contengono almeno il 70% di sabbia. Sono suoli a grana grossa, leggeri, sciolti, facili da lavorare e in genere asciutti in superficie, data la facilità con cui l’acqua percola negli strati più profondi. Anche la sostanza organica scarseggia, dato che in questa situazione la decomposizione è molto rapida. Si riconoscono facilmente prelevandone una manciata e stropicciandola con le dita, aprendo la mano subito dopo. Se la porzione di terra di sfarina e si sbriciola con estrema facilità all’interno del palmo, siete di fronte a un terreno sabbioso.
Terreni limosi: contengono almeno il 50% di limo. Sono ottimi terreni per la coltivazione, piuttosto sciolti e facili da lavorare, fertili, con un buon equilibrio acqua/aria, nei quali tanto la sostanza organica, quanto gli elementi minerali vengono facilmente decomposti o solubilizzati. Non per niente gli antichi Egizi coltivavano i terreni lungo le rive del Nilo dopo le inondazioni, dato che le acque, ritirandosi, li fertilizzavano con il prezioso limo.
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Terreno argilloso |
Terreni argillosi: contengono il 25-35% di argilla. Sono terreni molto tenaci, compatti, pesanti. Trattengono moltissimo l’acqua, impastandosi e creando punti di ristagno; la decomposizione della sostanza organica è lenta, dato che sono poco porosi e vi circola poca aria. Si riconoscono facilmente poiché in inverno, con le piogge, diventano adesivi, vischiosi e aderiscono alle scarpe e agli strumenti; in estate, quando sono asciutti, si compattano e spaccano, formando delle grosse fessure. Se, prelevandone una manciata umida e stringendola nel pugno, tende ad assumere la forma delle dita e si modella, siete di fronte a questo tipo di suolo.
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Un terreno argilloso si modella con la mano |
Terreni calcarei: contengono almeno il 20% di calcare. Sono bianchi, sciolti, piuttosto polverosi, e spesso asciutti, con elevata velocità di decomposizione della sostanza organica.
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Terreno calcareo |
Terreni di medio impasto: sono terreni con caratteristiche intermedie, in cui nessun componente è prevalente. In genere di origine alluvionale o di deposito, rappresentano la categoria più diffusa e sono adatti a quasi tutti i tipi di piante.
In base alla reazione chimica i terreni possono essere acidi o alcalini (basici)
Il terreno a pH 7 (o nell’intervallo 6,7-7,3) viene considerato neutro
Si parla di terreni sub-acidi quando il pH è compreso fra 6,7 e 6, al di sotto si parla di terreni acidi.
Analogamente si considerano sub-alcalini tutti i terreni con pH compreso fra 7,3 e 8, al di sopra sono alcalini.
Infine, in base a caratteristiche genetiche i terreni possono essere
salini o alomorfi, quando sono condizionati dalla presenza di sale (ad es. cloruro di sodio). Sono in genere chiari, poco fertili, con scarsa presenza di sostanza organica; oppure
idromorfi, quando hanno la falda freatica molto alta oppure si trovano in prossimità di paludi, laghi e fiumi, che lo rendono perennemente o periodicamente bagnato e quindi asfittico.
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Suoli idromorfi |
Tralasciando i terreni limosi e di medio impasto, e quelli neutri, che in genere non rappresentano un problema, quanto piuttosto una felice circostanza, gradita alla maggior parte delle piante coltivate, nei prossimi post parleremo delle piante che meglio si adattano alle varie situazioni.