Conosciuto e venerato sin dall’antichità, l’agrifoglio comune (detto
anche aquifoglio o pungitopo maggiore) fu classificato per la prima volta da
Linneo nel 1753 come Ilex aquifolium.
Il nome generico è dovuto alla
sua rassomiglianza con il leccio (Quercus ilex, per l’appunto), mentre il
termine aquifolium viene dal latino “acrifolium” (acer = acuto) e
significa “foglia spinosa, pungente”, per via del margine spinescente delle
foglie.
Il termine Pungitopo maggiore deriva invece dall’usanza di mettere
rami di agrifoglio insieme a quelli del pungitopo (Ruscus aculeatus),
sulle corde alle quali si appendeva la carne salata, per proteggerla dai topi:
di qui il nome comune di “pungitopo maggiore”.
Ilex aquifolium |
E’ una pianta sempreverde, a portamento arbustivo, di crescita lenta,
molto longeva, che nelle migliori condizioni può raggiungere 25 m di altezza,
anche se è raro trovare oggi esemplari di queste dimensioni. Le
foglie sono coriacee, verde scuro, lucide superiormente e più chiare sulla
pagina inferiore, lunghe da 2 a 10 cm e larghe 2-6 cm. Una caratteristica di
questa pianta è di avere un grosso dimorfismo fogliare fra le foglie giovani e
quelle adulte. Quelle giovanili e basali sono di solito più grandi e
soprattutto variamente spinose ai margini, per ovvi motivi di difesa nei
confronti degli animali erbivori. Le foglie vecchie o quelle poste ad altezze
superiori, in modo particolare quelle apicali, sono poco spinose, o addirittura
a margine intero, liscio.
Una volta avvenuta l’impollinazione e la fecondazione, dai soli
individui femminili maturano i frutti, impropriamente detti bacche (in realtà
sono drupe), di 5-6 mm di diametro, che maturano nel corso dell’autunno-
inverno e sono di colore rosso brillante, persistenti a lungo sulla pianta. Il
contrasto fra il verde scuro della foglia e il rosso dei frutti conferisce alla
pianta un notevole valore decorativo, che ha contribuito moltissimo alla sua
diffusione nei giardini come pianta ornamentale.
Ilex Alaska |
Da lungo tempo sono disponibili in vivaio specie, ibridi e cultivar di
agrifoglio in grado di produrre bacche indipendentemente dalla presenza di un
impollinatore, anche se non sempre i semi contenuti all’interno sono fertili.
Uno di questi è l’Ilex aquifolium Alaska,
sempreverde di piccole dimensioni, che raramente raggiunge i 5 metri di
altezza. Ha portamento conico, piuttosto stretto e foglie molto più spinose e più piccole
rispetto al suo progenitore, di color verde scuro. Particolarmente resistente
al freddo, la sua caratteristica principale è di essere auto-impollinante e
pertanto in grado di fruttificare abbondantemente anche in assenza di
impollinatori. In inverno, già dopo pochi anni di vita, produce una gran
quantità di bacche rosse, persistenti e molto decorative.
Altro ibrido molto apprezzato nei giardini è Ilex x Nelly Stevens, selezionato
nell’US National Arboretum all’inizio del XX secolo e successivamente classificato nel 1954 da
Vann Lennep Jr.
Ilex x Mutchangara Nelly Stevens |
Attualmente uno degli agrifogli più coltivati al mondo, è un arbusto
di forma piramidale, alto fino a 7-8 m e largo 5. Ha eleganti foglie coriacee,
verde scuro, con margine poco spinoso e di forma vagamente rettangolare. I
fiori, riuniti in mazzetti ascellari di colore bianco puro, sbocciano in tarda
primavera, non sono profumati e risultano anche meno attrattivi per gli
insetti. Ad essi seguono i frutti, sferici, del diametro di 0,8-1 cm, rosso
brillante e piuttosto numerosi, prodotti indipendentemente dalla presenza di un
impollinatore, persistenti per tutto
l’inverno, fino a marzo.
Coltivazione
La coltivazione degli agrifogli non presenta in linea di massima
grandi difficoltà: sono piante adattabili, rustiche, resistenti, senza esigenze
particolari, tranne qualche eccezione.
Prediligono terreni di medio impasto o leggermente sabbiosi, ben
provvisti di sostanza organica, con pH compreso fra 5,5 e 7,5, freschi ma con
un buon drenaggio. Vivono indistintamente in posizioni di pieno sole, ma anche
in mezzombra o ombra completa (non è infrequente trovare alcune piante di
agrifoglio allo stato spontaneo nel sottobosco). Le varietà a foglia colorata
tuttavia, tendono a mantenere il fogliame più vivacemente colorato quando
vengono coltivate a mezzombra, mentre le varietà a foglia verde tendono ad
assumere un colore più chiaro se coltivate in pieno sole.
In Italia possono essere coltivate a tutte le latitudini, essendo
piante che tollerano temperature fino a –10-15°C. Le specie o cultivar a foglia
verde tuttavia, manifestano una maggior resistenza al freddo, specie il Nelly
Stevens, mentre quelle a foglia variegata possono manifestare danni sulla
variegatura in caso di gelate forti e prolungate. Raramente soccombono, anche
se le foglie e i getti colpiti necrotizzano e cadono, ma vengono prontamente
rigenerati nella primavera successiva.
Sopportano anche il sole caldo
estivo, purché non vengano lasciati in condizioni di completa siccità per
lunghi periodi di tempo; anche il vento e l’inquinamento non rappresentano
solitamente un problema, tanto da essere ampiamente impiegati negli ambienti
cittadini, soggetti a smog.
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