27 dic 2018

Decorare casa e giardino con le piante tropicali

Strelitzia augusta è una bellissima pianta indoor
Che le piante migliorino la nostra qualità di vita non è certo un mistero, così come è noto già da
Strelitzia augusta in estate
qualche anno che le piante da interno stiano vivendo un momento di nuovo splendore soprattutto fra i Millennials. Nonostante la riduzione degli spazi abitativi (per non parlare dei giardini) e degli stipendi, specie se comparati con quelli della generazione dei Baby Boomers, la tendenza a circondarsi di piante, soprattutto all'interno dell'appartamento, va aumentando e, cosa ancor più sorprendente, stanno tornando di moda le specie iconiche degli anni 70 e 80.
Condizione essenziale nella scelta è che la pianta in questione "stia bene con l'arredamento", diventandone quindi un elemento complementare o, in alcuni casi, dominante. 
La bella notizia, per chi dispone di uno spazio anche all'esterno (sia esso un terrazzo e un piccolo giardino), è che molte di queste possono svolgere una duplice funzione: arredare la casa durante la stagione fredda, che quindi funge da ricovero invernale, e decorare il terrazzo o il cortile durante la bella stagione.

18 dic 2018

Cornus.. d'inverno

Cornus alba Sibirica
Se si parla di giardino autunno-invernale i Cornus sono senza dubbio tra gli attori principali. Questo nutrito genere infatti, annovera numerose specie e varietà selezionate soprattutto per il colore dei rami nei mesi freddi, che si tingono di rosso, arancio e giallo oro.
I rami di Cornus alba e le varietà da esso derivate , alla caduta delle foglie si colorano di rosso più o meno intenso. Formano cespugli densi, alti 150-250 cm, e con foglie verdi o variegate a seconda delle varietà. Tra queste annoveriamo Cornus alba Sibirica, a foglia verde e rami rossi, e Cornus alba Elegantissima, arbusto tondeggiante e pollonifero, che forma con il tempo cespi allargati sul terreno, con bellissime foglie verde chiaro variegate di bianco. 

11 dic 2018

Il fascino vernino delle Graminacee


Considerate per lungo tempo come semplici "erbacce" le Graminacee sono in grande spolvero da qualche anno a questa parte e il loro utilizzo va crescendo per giardini e terrazzi di città e di campagna. Spesso sotto questo termine si includono anche numerose specie della famiglia delle Cyperacee, come Carex, Acorus, Cyperus, caratterizzate da fogliame e fiori molto simili per forma e colori a quelli delle Graminaceae. Talora alte e slanciate, altre volte flessuose, morbide o con l'aspetto di fontane, le erbe ornamentali contribuiscono alla bordura soprattutto con la loro forma e la loro tessitura. Ed anche il colore, a volte discreto, altre invece più incisivo, gioca un ruolo importante.Non hanno fioriture eclatanti, anzi spesso i fiori sono del tutto insignificanti, ma, per contro, i loro fogliami sono tra i più spettacolari.

4 dic 2018

Frangula alnus Fine Line®

Frangula alnus Fine Line
Frangula alnus Fine Line® è una pianta relativamente nuova che si inserisce perfettamente in un piccolo giardino.  Conosciuta o classificata anche come Rhamnus frangula Fine Line® o Frangula alnus Ron Williams,  è un arbusto deciduo, di forma colonnare e portamento eretto, con foglie particolari, verde scuro, lunghe e sottili, che ricordano vagamente le fronde di una felce.
Corteccia di Frangula alnus Fine Line
 All'inizio dell'estate sbocciano numerosi e piccoli fiori giallo-verdastri, poco visibili ma molto attrattivi per gli insetti impollinatori. L'aspetto autunnale è altrettanto interessante, con le foglie che da ottobre/inizio novembre, si tingono di un bel tono giallo oro, prima di cadere, rivelando al di sotto una ramificazione fitta, con tronco e rami avvolti da una bella corteccia bruna, cosparsa di lenticelle orizzontali grigie.

27 nov 2018

Abutilon, in fiore tutto l'anno..o quasi

Abutilon hybridum Ruby Glow
Il genere Abutilon è assai vasto, dal momento che conta oltre 150 specie di piante per lo più arbustive. Originario in gran parte dell’America Centro- Meridionale, e in particolare di Messico, Brasile e Cile,  appartiene alla famiglia delle Malvaceae. Il nome generico deriva dall’arabo e significa “Malva indiana”, per indicare la somiglianza di questa specie con la più comune malva del vecchio continente. Nel mondo anglosassone invece queste specie sono note comunemente come Acero da fiore (Flowering Maple), poiché le foglie sono, nelle specie più diffuse in coltivazione, curiosamente simili a quelle di un acero, anche se sempreverdi o talora variegate.
Abutilon hybridum Victor Reiter


6 set 2018

Fichi da frutteto e da giardino

Il Fico è senza dubbio uno degli alberi da frutto più diffusi e coltivati nella nostra penisola. Lo troviamo anche allo stato spontaneo, spesso in prossimità di muri o ruderi, dove assume una forma irregolare, a metà strada fra un grosso arbusto e un alberetto a più tronchi. Originario dell'Asia occidentale, si è diffuso nel bacino del Mediterraneo ad opera dell'uomo, che lo coltivavano per i suoi frutti, dolcissimi e assai apprezzati sin dall'antichità. Per i Greci il Fico era un albero sacro, donato dalla dea Demetra ad un contadino per ringraziarlo della sua ospitalità
Oltre che per il frutto, è coltivato anche come albero da ombra e ornamento, grazie alle grandi foglie palmate verde scuro, con lobi più o meno profondamente incisi a seconda delle varietà, che in autunno si colorano di giallo oro. 
Il Ficus carica è una pianta estremamente adattabile
E' una pianta che ama luce e calore; vegeta bene su terreni sciolti, anche calcarei, permeabili e mediamente freschi,  ma tollera benissimo la siccità estiva tipica delle sue zone d'origine, il che lo rende una pianta preziosa nelle nostre estati, caratterizzate da assenza di pioggia. Nonostante la sua origine, tollera piuttosto bene anche l'inverno, sopportando temperature al di sotto dello zero e pertanto, ad eccezione dell'alta montagna, può essere coltivato in quasi tutta la nostra penisola. 
Se le tradizionali varietà da frutto di fico sono ben note (Brogiotto, Dottato, Verdino, Del Portogallo ecc) meno conosciute sono alcune varietà che, pur producendo frutti buoni da mangiare, sono anche bellissime piante ornamentali (coltivabili anche in grandi vasi) per l'aspetto delle foglie.

16 lug 2018

Eremophila nivea, la seta australiana

Eremophila nivea
Se avete un giardino con pochissima disponibilità di acqua, Eremophila nivea è la pianta che ci vuole. E' un arbusto proveniente dall'entroterra arido dell'Australia occidentale, territorio caratterizzato da scarse precipitazioni invernali e piogge estive quasi assenti.
Appartenente alla famiglia delle Myoporaceae, ha portamento e sviluppo simile a quello di un Teucrium fruticans; non ancora molto diffusa in Italia, forma un cespuglio a portamento verticale di modeste dimensioni (1-1,5 metri) con foglie e fusti ricoperti da una leggera peluria morbida e vellutata al tatto e fioritura primaverile (che talora ripete in autunno) di fiori a forma di imbuto, color violetto-lilla.

9 lug 2018

La Bignonia della Contessa Sarah

Podranea ricasoliana Contessa Sarah
Noto rampicante di climi mediterranei della grande famiglia delle Bignoniaceae che viene spesso associato con altri generi del gruppo è la Podranea ricasoliana Contessa Sarah, meglio noto come Bignonia ricasoliana Contessa Sarah. Anch’esso proveniente dal Sudafrica, è un vigoroso rampicante di rapido sviluppo, con foglie verde scuro, molto simili a quelle delle Campsis. I fiori, grandi e numerosi, sono imbutiformi, raccolti in gruppi di 5-7, di colore rosa venato di rosso-violaceo e sbocciano dalla primavera all’autunno, ma, nelle zone di origine, praticamente quasi tutto l’anno. Come la maggior parte delle Bignonie non ha particolari esigenze, se non l’esposizione soleggiata e calda, al riparo dal freddo invernale. Vegeta bene su tutti i tipi di terreno, ad eccezione di quelli troppo calcarei.

2 lug 2018

Rampicanti insoliti: Bignonia e Tecomaria

Bignonia capreolata
Secondo le recenti classificazioni l’unico rappresentante del genere Bignonia propriamente detta è la Bignonia capreolata (sinonimi Doxantha capreolata, Anisostichus capreolatus, Anisostichus crucigera), specie introdotta in Europa nel XVII secolo e originaria degli stati orientali degli Usa, dal Maryland alla Florida e, spostandosi verso ovest, sino al Missouri e al Texas. Deve il nome della specie al caratteristico aspetto che assume la sezione trasversale del fusto, nel quale appaiono 4 cunei a croce con gli apici che convergono verso il centro.
E’ conosciuta nei paesi anglosassoni col nome di Cross vine (Vite della Croce) o Quarter vine proprio per questa caratteristica, mentre in Francia è nota come Bignone à odeur de café per il suo profumo, e in Italia come Tetrafila per la disposizione delle foglie.

Bignonia capreolata

25 giu 2018

Vivaci campanelle estive: le Bignonie

Allegra fioritura di Campsis (Bignonia)
Con il  nome di Bignonia sono note un numero molto elevato di specie per lo più rampicanti, provenienti da varie parti del mondo, tutte facenti parte della famiglia delle Bignoniaceae. 
Note già dall’inizio del 1700, erano in principio riunite sotto un unico genere Bignonia, così denominato in onore dell’Abate Paul Bignon, bibliotecario di corte di Luigi XV. Con l’incremento delle specie esotiche introdotte durante il periodo del colonialismo, il genere arrivò a contare più di 100 specie; solo in epoche recenti la moderna classificazione botanica ha distribuito le Bignonia in 28 diversi generi, tutti afferenti alla famiglia Bignoniaceae.  
In effetti, se si esclude la forma del fiore, che, sia pur di colori e dimensioni molto diverse è per tutte a forma di tromboncino, le Bignonie hanno aspetto ed esigenze differenti fra loro, in funzione della loro zona di provenienza. Attualmente le specie maggiormente diffuse e coltivate nei nostri climi a scopo ornamentale afferiscono essenzialmente a 4 generi: il genere Bignonia, il genere Campsis, il genere Pandorea e il genere Tecomaria.

18 giu 2018

Carissa, la Prugna del Natal

Carissa in fioritura
Curiosa, elegante e ancora poco diffusa, Carissa macrocarpa (sin. Carissa grandiflora o anche Arduina macrocarpa o Arduina bispinosa) è un arbusto originario dell’Africa del Sud e che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae (la stessa di pervinca e Oleandro).  Il genere Carissa comprende una trentina di specie, fra le quali la Carissa macrocarpa è la più diffusa, sia nelle aree di origine che in Europa. Il nome generico deriva dal sanscrito “corissa”, nome volgare con il quale questo tipo di piante sono conosciute in India, mentre macrocarpa deriva del greco e significa “frutto grande”. In Sudafrica è nota come “amatungulu” , traduzione del nome dalla lingua degli Zulù, ma spesso viene anche denominata Natal-Plum, Prugna del Natal (il Kwa-Zulu Natal è una regione del Sudafrica) per i suoi frutti, simili a piccole prugne. 

11 giu 2018

Piante per terreni umidi o paludosi

Zona umida lungo le sponde dei laghi
Chiudiamo la panoramica sui terreni "difficili" parlando di quelli caratterizzati da forte ristagno di umidità o anche periodica sommersione. Sono diffusi lungo i corsi dei fiumi e le sponde dei laghi soggette a periodiche inondazioni di acque dolci, o in aree pianeggianti con falda freatica molto superficiale (come nel caso delle marcite della pianura lombarda) o ancora in pianura, ove la scarsa pendenza impedisce un rapido deflusso delle acque.  E’ spesso favorito dall’elevata presenza di argilla. In queste situazioni il fattore limitante è rappresentato dalla mancanza di ossigeno nel terreno, che non permette la respirazione radicale. Si blocca inoltre il ciclo dell'azoto, che in assenza di ossigeno non può passare dalla forma organica o ammoniacale a quella nitrica, assimilabile dalle piante.

4 giu 2018

Le piante per gli ambienti salini

Ambiente di duna costiera
Carpobrotus acinaciformis
Molto diffusi lungo le coste, sono dovuti all’azione concomitante di infiltrazioni di acqua salmastra in falda (ad esempio nelle Maremme toscane), alla periodica sommersione per effetto delle maree o nelle zone di delta dei fiumi (Laguna veneta e delta del Po), ma anche all’effetto delle correnti  aeree provenienti dal mare, che depositano sale marino a terra e sulla vegetazione. I terreni salsi sono caratterizzati dalla presenza di acque che possiedono, a causa degli apporti di acqua marina e dell’intensa evaporazione, una concentrazione salina più elevata di quella dell’acqua di mare. Sono suoli fisiologicamente aridi, in quanto l’elevata concentrazione di sali dà luogo ad una pressione osmotica tale da impedire alla maggior parte delle piante di assorbire acqua dolce. Quando presenti in elevata concentrazione inoltre, i sali diventano tossici per le tutte piante, eccetto naturalmente per quelle adattate all’ambiente, dette alofite. L’azione del sale nell’aria inoltre, è poco tollerato dalla maggior parte delle specie vegetali, anche per l’effetto caustico e abrasivo che produce sulla parte aerea.

28 mag 2018

Le Spiree a fioritura tardiva

Sono tutte derivate dalla Spirea japonica, originaria della Cina e del Giappone, che si è diffusa e talora spontaneizzata nelle radure e nelle zone collinari. Non più diffusa allo stato coltivato, da questa specie derivano gran parte degli ibridi in commercio e ottenuti nel secolo scorso, conosciuti come Spirea x bumalda o S. bumalda.
Spiree in fioritura
La specie botanica è un arbusto eretto, a foglia caduca, piuttosto rigido e con spiccata propensione all’emissione di polloni basali. Le foglie sono ovali, lunghe 2-5 cm generalmente dentate, verde medio, leggermente tomentose. Le infiorescenze, che compaiono sui getti dell’anno all’inizio di giugno, sono di colore rosa acceso, e riunite in corimbi piatti, del diametro di 4-6 cm. La fioritura si protrae per circa un mese e, se si ha l’accortezza di tagliare le infiorescenze appassite, spesso si ha una seconda fioritura in settembre. Dal momento che la fioritura si forma sui getti dell’anno, tutte le cultivar appartenenti a questo gruppo possono essere potate anche drasticamente a inizio febbraio, eliminando i rami vecchi fino a 5-10 cm da terra, per favorire l’emissione di nuovi polloni basali.

22 mag 2018

Carrubo, albero del pane nel Mediterraneo

Il Carrubo è un grande albero da ombra
Altra pianta cauliflora tipica del bacino del Mediterraneo è il Carrubo (Ceratonia siliqua L.) 
Il termine volgare Carrubo deriva dall’arabo “karrub” o “charruba”, termine con il quale veniva designato quest’albero, da sempre legato all’alimentazione dei popoli mediterranei. 
Il Carrubo, come il Cercis, appartiene alla famiglia delle Leguminose ed è un albero sempreverde tozzo e imponente: non raggiunge grandi altezze, superando raramente i 10-12 metri, ma il tronco e la chioma con il tempo raggiungono larghezze notevoli e assumono aspetto monumentale e scultoreo, simile a quello di olivi vetusti. Ha radici robuste e profonde, in grado anche di fessurare la roccia grazie all’emissione di particolari acidi dalle estremità. Inoltre, come tutte le leguminose, vive in simbiosi con batteri azotofissatori che gli permettono di adattarsi anche in terreni poveri. 
La chioma è globosa, fitta, costituita da foglie persistenti di colore verde scuro, lucide superiormente e bruno-glauco inferiormente. 

15 mag 2018

Piante per terreni calcarei e alcalini

Prunus serrulata Kanzan
I suoli calcarei, pur essendo relativamente facili da lavorare, formano spesso una crosta superficiale, specie quando sono asciutti, che fa sì che né l’acqua né l’aria siano in grado di penetrarla. Per questo motivo, l’ossigenazione dell’apparato radicale delle piante situate nei terreni calcarei e la germogliazione dei semi risulta talora difficoltosa. Sono inoltre terreni problematici soprattutto da un punto di vista chimico. L’elevata presenza di sali di calcio infatti, alza notevolmente il valore del pH, (suoli basici o alcalini);  inoltre determina il mancato assorbimento di alcuni elementi fondamentali per le piante, in particolare del ferro, che, in queste condizioni,  viene immobilizzato all’interno di composti insolubili in acqua. 

30 apr 2018

Sambuco nero: una pianta legata all'uomo

L’enorme presenza del Sambuco (Sambucus nigra) in tutti gli ambienti è legato molto anche alle virtù officinali e alimentari di questa specie, e, per questo motivo, è stata ampiamente diffusa dall’uomo.
Bacche di Sambuco
Holundersaft
Dai frutti ben maturi, che possono anche essere consumati freschi,  si ricavano marmellate e sciroppi, con effetti debolmente lassativi, mentre i fiori freschi possono essere consumati fritti in pastella e con aggiunta di zucchero, oppure nelle insalate, macedonie e frittate. 

23 apr 2018

Le virtù del Sambuco (Sambucus nigra)

Sambucus nigra in fiore
Il sambuco comune (Sambucus nigra L. Fam. Adoxaceae) è molto comune in campagna. 
E’ una pianta eliofila e colonizzatrice e predilige luoghi aperti e molto soleggiati, come le radure, i margini dei boschi, le scarpate, le sponde dei corsi d’acqua. Si insedia con molta facilità anche lungo i muri o fra le macerie, occupando rapidamente spazi aperti anche di aree urbanizzate, dato che tollera bene l’inquinamento ambientale. 
Il nome del genere “Sambucus”, che Plinio utilizzava per indicare il Sambuco nero, pare derivi dal greco “sambyk”, strumento musicale a fiato che si otteneva svuotando del midollo i rami di questa pianta, mentre quello specifico “nigra” è dovuto al colore scuro delle bacche.
E' un grosso arbusto a foglia caduca, più raramente un alberetto, che può raggiungere gli 8 m di altezza. Ha una forma globosa, con numerosi rami che partono da terra, dato che la specie ha una grande capacità pollonifera. Molto precoce, è una delle prime a rientrare in vegetazione: già a fine febbraio, le gemme cominciano a gonfiare e a sviluppare i germogli. Le foglie sono opposte, di colore verde brillante, e, se stropicciate, emanano un odore un po' sgradevole, caratteristica questa, comune a tutte le parti verdi della pianta. 
Fiore di Sambuco
I fiori si aprono a partire da fine aprile, fino a giugno, a seconda dell’altitudine e della latitudine. Sono molto numerosi e assai decorativi, riuniti in infiorescenze rotondeggianti e  ombrelliformi del diametro di circa 20 cm,  di colore inizialmente bianco crema, poi giallo chiaro e molto profumate. 
I frutti sono piccole bacche globose, inizialmente verdi, poi rosse e infine nere e lucide,  con polpa rosso sangue. Le bacche sono raccolte in mazzetti penduli che completano la maturazione in settembre-ottobre. Persistenti a lungo sulla pianta, e sono molto appetite dall’avifauna, che contribuisce in tal modo alla diffusione del seme in natura. 
Frutti di Sambuco in autunno
Il Sambuco ha un notevole valore ornamentale. In piena fioritura è molto apprezzabile, sia visivamente che per il profumo che emana; in autunno è bello per il contrasto fra il rosso-nero dei frutti e la vegetazione. Ha inoltre una grande valenza ecologica, sia per gli insetti (api in primis) che visitano moltissimo i fiori ricchi di nettare, che per l’avifauna; le bacche rappresentano infatti una importante fonte di alimentazione autunnale per numerosi uccelli, quali tordi, storni, pettirossi, capinere, merli, bottacci ecc. mentre i rami offrono un rifugio per costruire i nidi, contribuendo così indirettamente alla lotta biologica contro i parassiti delle colture, dato che molte specie sono predatori naturali di insetti dannosi.
Il Sambuco inoltre è importante per l'uomo sia come pianta alimentare che officinale, come vedremo in un prossimo post. 


17 apr 2018

Materiali per i vasi: pietra, metallo e legno

In un post precedente abbiamo parlato della terracotta, tradizionale materiale per i vasi, descrivendone vantaggi e svantaggi. Un contenitore tuttavia può essere realizzato anche con altri materiali.

Pietra e cemento 
Insolito vaso in pietra
Con la pietra naturale si realizzano contenitori molto belli, ma di solito costosi e pesante. Per questo motivo i vasi in pietra trovano generalmente collocazione stabile in giardino. La pietra ha una discreta porosità, ma è comunque inferiore a quella del cotto. Alcune pietre inoltre, come ad esempio le arenarie, sono gelive e con il tempo tendono a sfaldarsi.
Vasca in cemento












Il cemento è un materiale molto più economico, che viene spesso impiegato per realizzare grandi vasche o può anche essere parte integrante di un terrazzo, lungo le cui pareti esterne vengono realizzate tasche in cemento. L’estetica non è particolarmente bella e il peso è notevole. Per alleggerirlo, al cemento si mescolano altri materiali quali argilla espansa o graniglie, e si ottengono vasi “in graniglia”. Si ottengono contenitori  duraturi, sufficientemente porosi (ma sempre meno del cotto) e resistenti agli sbalzi termici, anche se sono praticamente inamovibili. 

Legno

Vasi in legno colorato
E’ il meno durevole dei materiali e deve essere trattato con impregnanti per resistere all'umidità e alle intemperie. 
Talora si riciclano contenitori  che erano originariamente destinati ad altri scopi, (botti, tini per il vino,  vecchi mastelli). Anche in questo caso è richiesta elevata manutenzione. 
Nell’insieme è un ottimo materiale isolante, in grado di mantenere stabile la temperatura a livello delle radici.  Il costo di un buon contenitore è di solito  elevato, ma il peso è solitamente inferiore ad un vaso di cotto, anche se dipende molto dal legno con il quale si realizza il vaso. L’estetica è in genere molto bella. 
Vaso in legno "di recupero"

Metallo

Vasi in Corten
Metalli come ferro, acciaio, rame, alluminio vengono utilizzati per lo più come portavasi e non come veri e propri vasi di coltivazione. I vantaggi sono l’elevata resistenza agli urti, l’estetica gradevole, un peso non eccessivo, a meno che lo spessore delle pareti non sia notevole. Se usati direttamente come vasi, hanno diversi svantaggi, quali l’assenza di porosità, il surriscaldamento estivo e il raffreddamento invernale, la facilità ad ossidarsi se soggetti all’azione delle intemperie e il costo generalmente elevato. Negli ultimi anni si sta utilizzando molto il Corten, un acciaio sottoposto ad ossidazione, per dargli maggior resistenza e aspetto gradevole. Molto bello a vedersi, ha costi piuttosto elevati; risulta poco adatto al mare, poichè la salsedine lo danneggia.
In un prossimo post parleremo invece di vasi in plastica.


10 apr 2018

Giardino a basso consumo idrico

Giardino mediterraneo
Negli ultimi anni il problema della mancanza d’acqua si è trasformato in vera e propria emergenza. 
Il risparmio idrico, o meglio, l’eliminazione degli sprechi, è indispensabile per non aggravare una situazione già di per sé compromessa. L’irrigazione dei giardini, rappresenta in quest’ottica un possibile “spreco”,  tanto che sono ormai consueti i regolamenti comunali che vietano l’utilizzo dell’acqua per il loro mantenimento.  Questi provvedimenti tuttavia, non escludono la possibilità di avere un bel giardino; spesso è sufficiente adottare una serie di accorgimenti agronomici per ridurre o addirittura eliminare l’irrigazione, pur mantenendo un bellissimo spazio verde. 

4 apr 2018

I vasi in plastica: pro e contro

Opportunamente colorata, la plastica permette
di realizzare vasi molto allegri
Plastica
Contenitore in plastica per interno/esterno
La plastica, o prodotti da essa derivati, rappresentano attualmente quasi due terzi del mercato dei contenitori, ed è la più usata sia in vivaio che in casa/giardino. I materiali plastici vengono declinati in varie forme, dimensioni (anche molto grandi) e colori. 
I vantaggi sono la robustezza, la lunga durata, la leggerezza,  e il prezzo, di solito contenuto.
Il principale difetto è l'assenza di porosità.  Per questo motivo i vasi in plastica hanno un maggior numero di fori di drenaggio sul fondo, per evitare ristagno idrico .
I vasi prodotti con plastiche comuni sono poco resistenti al sole o al gelo, e possono trasmettere eccessivo calore o freddo agli apparati radicali. Esistono tuttavia contenitori in speciali "resine rotazionali”  leggeri, resistente agli sbalzi termici, e di aspetto simile alla terracotta: per tale prodotto si è coniato il termine “similcotto”.
Vaso in resina rotazionale:
difficile distinguerlo dalla terracotta
Se di buona qualità, sono anche esteticamente gradevoli: il principale svantaggio è rappresentato dal costo, che talora supera, a parità di dimensioni, quello dell’equivalente in una terracotta mediocre.
Negli ultimi anni infine si stanno producendo, soprattutto per uso professionale, una serie di contenitori in materiale plastico, spesso derivato dal riciclo degli stessi, la cui consistenza è quella di un tessuto non tessuto molto spesso, o simile ad un telo anti-alga (i cosiddetti Green Bag).
Borsa-vaso (Green Bag) ottenuta dal riciclo
di bottiglie di plastica
Spesso provvisti di manici per agevolare il trasporto, hanno il pregio dell’estrema leggerezza, di non degradarsi sotto l’effetto di agenti atmosferici, di essere porosi e, se declinati in colori vivaci, sono anche esteticamente gradevoli. Il prezzo simile a quello dei vasi in plastica o leggermente superiore, ma comunque contenuto. Lo svantaggio principale è dato dalla minor durata, a causa di rotture meccaniche dovute a attrito con il terreno e all’azione degli stessi apparati radicali. Sono perfetti in terrazzi e balconi per la coltivazione di ortaggi, erbe aromatiche, erbacee perenni o annuali a ciclo medio breve, ma anche per le piante d'appartamento.

31 mar 2018

Curiosità botaniche: le piante cauliflore

Il termine botanico di caulifloria definisce in natura il fenomeno curioso che manifestano alcuni tipi di piante di fiorire direttamente sul tronco o sulle vecchie branche. Il termine deriva dal latino caulis (fusto) e floris (fiore).
Carica papaya
Caffè











La caulifloria è dovuta alla presenza di numerose gemme fiorali normali o avventizie, che invece di svilupparsi,  restano più o meno a lungo del tutto inattive (dormienti) rientrando poi in attività per sviluppare i fiori. Il fenomeno è assai diffuso nelle specie di climi tropicali (Caffè, Cacao, Papaia, ecc) e potrebbe essere dovuto alla necessità di riparare i fiori sotto la chioma dell’albero, a causa delle violente e frequenti precipitazioni atmosferiche che si verificano in queste aree durante la stagione delle piogge. 
Pur meno diffuso, anche nei nostri climi abbiamo alcune piante con questo fenomeno, come i Cercis e i Carrubi. 

26 mar 2018

Qual è il materiale migliore per un vaso?

Sono tanti i materiali con i quali i vasi vengono realizzati, tutti con caratteristiche diverse e ciascuno con pregi e difetti.

Aspidistria in vasi di terracotta
La terracotta è indubbiamente la materia prima più antica e utilizzata per i vasi, ottenuta dalla cottura ad alta temperatura di argille con diversa composizione a seconda della zona di provenienza; possono essere fatti a mano o a macchina, con le pareti lisce o con decori in rilievo. La terracotta è un materiale poroso, che permette la traspirazione delle radici, oltre che proteggerle dagli sbalzi di temperatura, soprattutto evitando il riscaldamento nei mesi estivi e il raffreddamento in quelli invernali. Nonostante la porosità del materiale di partenza, è fondamentale la presenza di un foro di drenaggio sul fondo, che garantisca lo sgrondo dell’acqua in eccesso.

20 mar 2018

Piante per terreni argillosi

Cipresso nelle Crete senesi
Il problema più grosso dato da questo tipo di suolo è la lavorabilità: molto duri e fessurati se secchi, da bagnati aderiscono agli strumenti di lavoro e si compattano. Lo stesso avviene nei confronti delle  radici delle piante e spesso, per via del compattamento, hanno grossi problemi di drenaggio e diventano asfittici dopo piogge abbondanti. In assenza o scarsità di ossigeno, anche le radici delle piante si sviluppano con difficoltà, limitando la crescita. Per questo motivo, la regimazione delle acque deve essere fatta con attenzione, sia in pianura che in collina; nel primo caso per evitare il ristagno, nel secondo per ridurre il ruscellamento superficiale. 

13 mar 2018

Scegliere il vaso giusto per le nostre piante

In mancanza di un giardino si impone la coltivazione in vaso. 
Scegliere il vaso adatto ha grande importanza per una buona crescita delle specie che vi saranno ospitate. I parametri da considerare sono essenzialmente tre: le dimensioni, la forma e il materiale. 
Dimensioni: il volume di terra all'interno del vaso deve essere sufficiente per un regolare sviluppo delle radici e pertanto occorre cambiarlo via via che la pianta cresce. Le dimensioni dei vasi dipendono anche dal tipo di pianta che si vuole coltivare e dal suo sviluppo finale. Arbusti e piccoli alberi richiedono perciò contenitori di maggiori dimensioni rispetto alle erbacee perenni.

9 mar 2018

Spirea di primavera

Viale di Spiree al Castello di Masino
Nonostante le generose e spettacolari fioriture che ogni anno si rinnovano, le Spiree sembrano far di tutto per passare inosservate. Pur appartenenti alla famiglia delle Rosacee, sicuramente non hanno il ruolo di primedonne delle Rose; vengono spesso confuse con i comuni pruni o biancospini, con i quali hanno in comune la rusticità, il colore dei fiori e la capacità di adattarsi a qualsiasi condizione di clima e terreno, ma non hanno le spine. 
La maggior parte delle spiree coltivate per uso ornamentale viene dalla Cina e dal Giappone. 
La loro comparsa nei giardini europei è iniziato attorno al 1600 ed è proseguito di pari passo alle espansioni coloniali nei secoli successivi.  
Mentre da un punto di vista botanico la classificazione risulta ancora piuttosto controversa, sotto l’aspetto della coltivazione e soprattutto della fioritura, il mondo delle Spiree si divide in due grandi gruppi: quelle a fioritura precoce (da fine marzo a fine aprile-metà maggio) tutte o quasi di colore bianco, e quelle giapponesi a fioritura tardiva (da fine maggio a luglio) generalmente a fiore rosa. 
Le prime hanno sviluppo piuttosto allargato, con lunghi rami ricadenti a maturità e fioriscono sui rami dell’anno precedente.

5 mar 2018

Piante per terreni ghiaiosi e sabbiosi

Olea europea (olivo) cresce
 bene anche sui ciottoli
Le piante per il terreno ghiaioso
I problemi maggiori di questi substrati sono la scarsa capacità di conservare acqua negli strati superficiali, che li rende quindi secchi e asciutti; la scarsa fertilità per la poca presenza di sostanze organiche e nutrienti; talora (non sempre), la scarsa profondità, che non permette l’ancoraggio di alberi di grosse dimensioni e con apparati radicali profondi. Occorrono quindi piante frugali da un punto di vista nutrizionale, con apparati radicali superficiali in caso di terreni poco profondi o, fittonanti e molto sviluppati  in caso contrario, e in grado di tollerare la siccità.

27 feb 2018

Buddleje d'inverno

Anche se siamo abituati a pensare a loro come piante estive, esistono alcune specie di Buddleja a fioritura invernale. Una di queste è la
Buddleja madagascariensis
Buddleja madagascariensis, il cui nome farebbe pensare ad una pianta delicatissima, super-tropicale, assolutamente inadatta da noi. In realtà la Buddleja madagascariensis (o Nicodemia madagascariensis) è una specie spontanea del Madagascar che si è naturalizzata in Cina e anche lungo le coste del Mediterraneo, portata sicuramente per scopi ornamentali.
Descritta per la prima volta da Lamarck nel 1792, è un vigoroso arbusto a portamento scadente sempreverde o semisempreverde, di rapidissimo sviluppo e alto fino a 4 m. Produce lunghi rami che, da giovani, sono ricoperti da una peluria grigia finissima, che danno agli apici un aspetto vagamente argentato. Le foglie, ovali, piuttosto grandi, opposte, sono verde scuro superiormente, con venature evidenti, mentre inferiormente sono ricoperte da peli biancastri o grigi. 

20 feb 2018

Il giardino in giallo: la mimosa

Fiori di Mimosa
Conosciuta con il nome di Mimosa e da oltre sessant’anni simbolo della Festa della Donna, questo grazioso alberetto è in realtà una Acacia dealbata, Leguminosa di origine australiana portata in Europa intorno al 1800 per la bellezza della sua fioritura precoce e successivamente naturalizzatasi un po’ in tutti gli ambienti mediterranei della nostra penisola, dalla Sicilia fino alle falde delle Alpi Marittime.
E’ una specie arborea (talora anche arbustiva per la capacità di emettere polloni basali) che nelle zone di origine può arrivare oltre i 20 metri, ma che da noi raramente supera i 10-15 metri di altezza. 

12 feb 2018

Come riconoscere i vari tipi di terreno

Uno dei principali fattori che condiziona la vita delle piante è senza dubbio il tipo di terreno. Spesso una pianta cresce poco per problemi legati al mancato sviluppo di un buon apparato radicale, o alla scarsità di alcuni elementi minerali di cui ha bisogno, o ancora alla troppa o poca acqua presente nel suolo in cui vegeta. 
Tutti questi fattori sono determinati dalle caratteristiche sia fisiche (composizione, struttura) che chimiche (pH, presenza di particolari elementi minerali) dei suoli. 
Conoscere il terreno è importante quando si scelgono le piante del giardino. In natura infatti, ci sono numerose specie che con i millenni hanno sviluppato strategie particolari per adattarsi a vivere in suoli ove determinate caratteristiche sono molto accentuate (ad es sui calcari o sulle argille  oppure con pH acido o, al contrario, fortemente basico). 

Terreno ghiaioso
Terreni ghiaiosi: contengono almeno il 40% di materiale grossolano (sassi, ghiaie, pietrisco, sabbie grosse, definiti come “scheletro”). Sono per loro natura incoerenti, molto porosi, con elevato grado di percolazione dell’acqua, quindi molto asciutti e poveri di sostanza organica. Facili da lavorare, sono poco fertili, e spesso anche poco profondi.


Terreno sabbioso
Terreni sabbiosi: contengono almeno il 70% di sabbia. Sono suoli a grana grossa, leggeri, sciolti, facili da lavorare e in genere asciutti in superficie, data la facilità con cui l’acqua percola negli strati più profondi. Anche la sostanza organica scarseggia, dato che in questa situazione la decomposizione è molto rapida. Si riconoscono facilmente prelevandone una manciata e stropicciandola con le dita, aprendo la mano subito dopo. Se la porzione di terra di sfarina e si sbriciola con estrema facilità all’interno del palmo, siete di fronte a un terreno sabbioso.
Terreni limosi: contengono almeno il 50% di limo. Sono ottimi terreni per la coltivazione, piuttosto sciolti e facili da lavorare, fertili, con un buon equilibrio acqua/aria, nei quali tanto la sostanza organica, quanto gli elementi minerali vengono facilmente decomposti o solubilizzati. Non per niente gli antichi Egizi coltivavano i terreni lungo le rive del Nilo dopo le inondazioni, dato che le acque, ritirandosi, li fertilizzavano con il prezioso limo. 
Terreno argilloso
Terreni argillosi: contengono il 25-35% di argilla. Sono terreni molto tenaci, compatti, pesanti. Trattengono moltissimo l’acqua, impastandosi e creando punti di ristagno; la decomposizione della sostanza organica è lenta, dato che sono poco porosi e vi circola poca aria. Si riconoscono facilmente poiché in inverno, con le piogge, diventano adesivi, vischiosi e aderiscono alle scarpe e agli strumenti;  in estate, quando sono asciutti, si compattano e spaccano, formando delle grosse fessure. Se, prelevandone una manciata umida e stringendola nel pugno, tende ad assumere la forma delle dita e si modella, siete di fronte a questo tipo di suolo.
Un terreno argilloso si modella con la mano
Terreni calcarei: contengono almeno il 20% di calcare. Sono bianchi, sciolti, piuttosto polverosi, e spesso asciutti, con elevata velocità di decomposizione della sostanza organica. 
Terreno calcareo
Terreni di medio impasto: sono terreni con caratteristiche intermedie, in cui nessun componente è prevalente. In genere di origine alluvionale o di deposito, rappresentano la categoria più diffusa e sono adatti a quasi tutti i tipi di piante. 







In base alla reazione chimica i terreni possono essere acidi o alcalini (basici)
Il terreno a pH 7  (o nell’intervallo 6,7-7,3) viene considerato neutro
Si parla di terreni sub-acidi quando il pH è compreso fra 6,7 e 6, al di sotto si parla di terreni acidi.
Analogamente si considerano sub-alcalini tutti i terreni con pH compreso fra 7,3 e 8, al di sopra sono alcalini. 

Infine, in base a caratteristiche genetiche i terreni possono essere salini o alomorfi, quando sono condizionati dalla presenza di sale (ad es. cloruro di sodio). Sono in genere chiari, poco fertili, con scarsa presenza di sostanza organica; oppure idromorfi, quando hanno la falda freatica molto alta oppure si trovano in prossimità di paludi, laghi e fiumi, che lo rendono perennemente o periodicamente bagnato e quindi asfittico.

Suoli idromorfi

Tralasciando i terreni limosi e di medio impasto, e quelli neutri, che in genere non rappresentano un problema, quanto piuttosto una felice circostanza, gradita alla maggior parte delle piante coltivate, nei prossimi post parleremo delle piante che meglio si adattano alle varie situazioni.