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Spine di Poncirus trifoliata |
Per chi necessita di una buona siepe difensiva, niente di meglio dell'uso di qualcuna di queste piante, o anche tutte associate a seconda dei gusti.
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Frutti di Poncirus trifoliata |
Una delle più "cattive" è senza dubbio il Citrus triptera, alias Poncirus trifoliata. Conosciuto dagli appassionati di agrumi poichè è uno dei più comuni portainnesti, è una specie a foglia caduca, con un intrico fitto di rami verdi muniti di robuste spine, dritte e appuntite. I fiori, non particolarmente grandi, sono bianchi, profumati e si aprono a inizio primavera. Le foglie sono composte da 3 foglioline verde medio, non particolarmente fitte. Alla fine dell'estate maturano i frutti, rotondi, con un diametro di 4-5 cm, verdi inizialmente, poi giallo, non commestibile, ma decorativo sulla pianta e utile per profumare la biancheria e gli armadi. Non particolarmente rapido a crescere negli stadi giovanili, permette, una volta insediato, di formare siepi difensive a prova di ladro e/o animali selvatici.. Anche un cinghiale ci pensa bene prima di sfondare una barriera di questo tipo...
Sempre in tema di Agrumi annoveriamo anche la
Maclura pomifera o Arancio degli Osagi, che proprio un agrume non è. Deve il suo nome alla somiglianza dei frutti con gli agrumi, anche se la similitudine si limita alla forma e al colore e, per il resto, ne differiscono completamente, essendo legnosi e con una buccia rugosa e coriacea. La pianta proviene dal Nordamerica e, se lasciata crescere isolata, forma alberetti di 10-15 m di altezza. Se allevata a cespuglio invece, si presta a formare siepi difensive, poichè il fusto e i rami sono dotati di robuste spine. Piuttosto resistente, come del resto il Citrus triptera, ai rigori invernali, ha avuto in passato una certa diffusione in Nord Italia poichè le foglie venivano utilizzate nell'alimentazione del baco da seta.
La
Pyracantha è un'altra nota pianta da difesa, questa volta sempreverde e molto colorata, per l'abbondantissima produzione di bacche autunno-invernali rosse, gialle o arancio, a seconda della varietà. Sono piante appartenenti alla famiglia delle Rosaceae, di rapido sviluppo, con rami e fusti ricoperti di lunghe spine. Le foglie sono verde scuro, lucide. I fiori, piccoli, bianchi, con il caratteristico profumo un po' pungente tipico dei pruni, si aprono nel mese di maggio. Sono piante che sopportano bene anche tagli di potatura per creare barriere formali, anche se con questa pratica si limita la produzione di bacche, dato che si formano sul legno vecchio. E' una pianta interessante sia per le api che come alimentazione invernale dell'avifauna.
Un tempo piuttosto diffusa ma oggi non facile a reperirsi è l'
Acacia farnesiana o Gaggìa. Bisogna ammettere che, comparata con la maggior parte degli esponenti del genere Acacia (le comuni Mimose) ha un aspetto un po' sgraziato. E' un grande cespuglio, o alberetto intricato e scomposto, con foglie impari-pennate simili a quelle delle mimose, ma assai meno fitte. Vista da lontano appare come un ammasso aggrovigliato di rami spinosi, marroncino-giallastro, difficili da attraversare. Il vero incanto di questa pianta è dato dai fiori, "pallini" giallo oro che si aprono in primavera e che hanno un profumo intensissimo, tanto da essere noti da tempo in profumeria ed erboristica. Originaria delle fasce sub-tropicali dell'America Centrale, fu introdotta in Europa intorno al 1600, e si è successivamente naturalizzata lungo le coste mediterranee. Ha una resistenza al freddo ridotta rispetto alle precedenti, ma vale la pena di rivalutarla solo per la stupenda fioritura e l'incomparabile profumo, oltre che, ovviamente, la funzione di difesa.
Chi invece ha poco spazio, può optare per circondarsi di una recinzione di
Rosa Mermaid rampicante, appoggiandola ad una rete o cancellata. E' un ibrido di R. bracteata, affascinante per la vegetazione semi-sempreverde fitta e lussureggiante e i fiori semplici giallo zolfo, elegantissimi e che si aprono da giugno a settembre. Dall'altra è una delle rose rampicanti più "cattive" che ci siano, provviste come sono di aculei legnosi e robusti lungo fusto e tralci, incurvati a uncino all'apice, che non solo si agganciano, ma lacerano pelle e tessuto.
Potarla non è una esperienza raccomandabile, e per fortuna è una rosa che si può lasciar crescere liberamente, salvo qualche intervento di ripulitura. Si consiglia comunque di dotarsi di buoni guanti e abiti protettivi...
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