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Zona umida lungo le sponde dei laghi |
Chiudiamo la panoramica sui terreni "difficili" parlando di quelli caratterizzati da forte ristagno di umidità o anche periodica sommersione. Sono diffusi lungo i corsi dei fiumi e le sponde dei laghi soggette a periodiche inondazioni di acque dolci, o in aree pianeggianti con falda freatica molto superficiale (come nel caso delle marcite della pianura lombarda) o ancora in pianura, ove la scarsa pendenza impedisce un rapido deflusso delle acque. E’ spesso favorito dall’elevata presenza di argilla. In queste situazioni il fattore limitante è rappresentato dalla mancanza di ossigeno nel terreno, che non permette la respirazione radicale. Si blocca inoltre il ciclo dell'azoto, che in assenza di ossigeno non può passare dalla forma organica o ammoniacale a quella nitrica, assimilabile dalle piante.
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Quercus palustris |
Sono tuttavia molte le piante che popolano questi ambienti, escogitando “strategie” che permettono di immagazzinare aria nei tessuti (parenchimi aeriferi) e che utilizzano per la respirazione delle cellule.
Tra gli alberi i più noti sono sicuramente l’
Ontano nero (Alnus glutinosa), i
Salici e i Pioppi (Populus spp), diffusissimi lungo i corsi d’acqua. Sono tutte specie che sopportano la sommersione per lunghi periodi, anche permanente. Particolarmente eleganti, oltre al comune
Salix alba o Salix viminalis, sono il salice piangente (
Salix babylonica), il
Salix chrysochoma (con rami giallo oro) e il
Salix matsudana Tortuosa, a portamento cespuglioso e con caratteristici rami ritorti.
Altri imponenti rappresentanti di questa categoria sono le Quercia americane (
Quercus palustris e coccinea) che tollerano la sommersione, mentre la
Quercus rubra, pur sopportando brevi periodi di sommersione, predilige terreni ben riforniti di acqua, ma non del tutto stagnanti.
Lo stesso vale per la Farnia (
Quercus robur), che rappresentava la pianta principe delle foreste planiziarie della Pianura Padana, ormai del tutto scomparse in Italia. Anch’essa necessita di terreni molto freschi e tollera per brevi periodi la sommersione (ad esempio durante le periodiche esondazioni dei fiumi) ma non la presenza costante di acqua, così come i Frassini (in particolare
Fraxinus excelsior e angustifolia) e, nei climi freddi, le Betulle.
Tra le conifere si annovera il
Taxodium distichum, detto anche cipresso calvo delle paludi, di origine nordamericana. E’ una pianta di sviluppo rapido e imponente, spogliante in inverno, che vive anche in completa sommersione, poiché presenta curiose strutture verticali provenienti dalle radici che sbucano dall’acqua. Questi, chiamati pneumatofori (o volgarmente “ginocchi”) hanno la funzione di immagazzinare aria che viene utilizzata dalle cellule radicali.
Passando agli arbusti più o meno grandi, che ben si prestano a popolare terreni molto umidi (non sommersi!!) annoveriamo i Sambuchi (
Sambucus nigra e varietà ornamentali), l’
Amelanchier lamarckii, con bella fioritura candida primaverile, il
Viburnum opulus, il
Cornus alba, l’
Aronia melanocarpa.
Numerosissima è inoltre la schiera delle graminacee e dei bambù, dalle comuni canne
Arundo donax) , ai
Miscanthus, dai giunchi (Juncus) ai
Carex, fino ai bambù (
Sasa, Pseudosasa, Phyllostachis, Sinarundinaria, Fargesia ecc). Tra le specie erbacee fanno bellissima figura la
Gunnera manicata, la
Ligularia japonica, buona parte delle Felci, gli
Hibiscus di palude, tutti gli Iris d’acqua (I
ris pseudacorus, laevigata, louisiana, sibirica) il
Lytrum salicaria, dalle spighe estive violette,
Thypha spp, Pontederia cordata, Thalia dealbata fino alle comune calle (
Zanthedeschia aethiopica), e ai papiri (
Cyperus papyrus e Cyperus alternifolia).
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