Pochi spettacoli sono più suggestivi della fioritura delle Jacaranda mimosifolia: originaria del Sudamerica (Argentina, Brasile) è un albero a foglia caduca (talora semi-persistente) con foglie bipennate, composte da numerose foglioline verde brillante, curiosamente somiglianti a quelle delle mimose (da cui il nome specifico). A primavera avanzata-inizio estate porta alle estremità dei rami grandi pannocchie piramidali di fiori blu porpora, che sovente apre su rami ancora nudi o con un accenno di nuove foglie. All'imponente fioritura, capace di caratterizzare fortemente un paesaggio in questo particolare momento, seguono i frutti, una sorta di baccello legnoso, di forma discoidale.
Ampiamente nota in tutto il continente, ha conquistato a pieno titolo un posto privilegiato in ambiente mediterraneo e simil-tale e, in generale, laddove gli inverni miti ne consentono la coltivazione all'aperto. In particolare si è conquistata i viali cittadini dell'Europa mediterranea, poichè, grazie alla sua elevata resistenza all'inquinamento, viene largamente impiegata per l'arredo urbano. Tolte le esigenze climatiche, non è una pianta molto difficile da gestire: di rapido accrescimento, richiede esposizione al sole e terreno mediamente fertile e ben drenato. La fioritura avviene dopo alcuni anni dalla messa a dimora e, di anno in anno, è sempre più spettacolare. La
Jacaranda è una pianta di rapido accrescimento e piuttosto imponente da adulta (oltre i 20 m) e pertanto richiede spazi grandi sia in altezza che in larghezza. Non necessita di potature, ma va lasciata sviluppare liberamente.
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Jacaranda fiorita al Parque de Maria Luisa (Sevilla, Spagna) |
Il mio consiglio spassionato, per chi vive a latitudini più fredde, è quello di "capitare" casualmente in visita ad una città del sud (Sicilia, Andalusia, Portogallo) verso la fine di maggio e ammirarle in tutto il loro splendore.
Sempre dal Sudamerica proviene un'altra bella pianta, sia pur di dimensioni molto meno imponenti, ma con fioriture altrettanto vistose:
Erythrina crista-galli. Appartenente alla famiglia delle Leguminosae, nei paesi d'origine e, in generale, in tutte le regioni ad inverno mite (ad es in Sicilia), diventa un alberetto legnoso alto fino a 6-8 m e con tronco grosso e rugoso, provvisto di spine in giovane età. La chioma, fitta e compatta, è costituita da foglie coriacee, composte, di colore verde-azzurro, anch'esse provviste di spine lungo il picciolo. Durante i mesi tardo-primaverili ed estivi produce ciclicamente infiorescenze costituite da fiori molto vistosi rosso corallo, che le hanno meritato il nome volgare di
"Albero del Corallo" con il quale è conosciuta. In Argentina e in Uruguay è l'emblema floreale nazionale.
A differenza della
Jacaranda, dimostra una maggior resistenza al freddo: se sottoposta a temperature inferiori allo zero, sia pur per brevi periodi, si comporta da arbusto deciduo, lasciando cadere le foglie e rivegetando, nella primavera successiva, dalle gemme latenti sotto la corteccia di tronco e rami. In condizioni di freddo eccessivo anche il legno più vecchio viene danneggiato, anche se talora la pianta reagisce e riforma la parte aerea a partire dal robusto apparato radicale. Anche
Erythrina crista-galli viene utilizzata nell'arredo urbano, grazie alla sua elevata resistenza all'inquinamento dell'aria: tuttavia è bene posizionarla in zone lontano dal transito dei pedoni, per via delle grosse spine su tronco e chioma. Le esigenze sono analoghe a quanto visto per
Jacaranda; per le sue dimensioni ridotte è possibile anche coltivarla in vaso, ove crescerà assumendo la forma di un grosso arbusto tozzo e ramificato.
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Erythrina crista-galli nell'orto botanico di Lucca |
Entrambe le specie sono coltivabili all'aperto, in Italia, al Sud, lungo le coste tirreniche, sino alla Liguria; lungo le coste adriatiche si possono coltivare il Puglia, ma, più a Nord, è preferibile posizionarle in luogo riparato dalla bora invernale o ricoverarle in serra.
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