Mi si prospettano un paio di settimane intense, dato che da domani sarò a Rimini per Giardini d'Autore e la settimana seguente a Orticolario, nella splendida cornice di Villa Erba, sul lago di Como. Nonostante le fiere d'autunno siano meno frequentate, a me piacciono quasi più di quelle di primavera. Con un po' di fortuna la temperatura è molto gradevole, le piante sono spesso in migliori condizioni rispetto al mese di aprile, la luce dorata e i colori dell'autunno aggiungono un fascino tutto speciale. Mi piace molto anche il pubblico delle fiere autunnali, normalmente più interessati alla pianta in sè che al fiore, che spesso non è presente. Chi si occupa di giardino infatti, sa benissimo che l'autunno è la stagione migliore per programmare e mettere a dimora nuove specie.
Anche se apparentemente la pianta non si muove, in realtà sviluppa l'apparato radicale durante i mesi invernali, e, in primavera, è perfettamente pronta a partire, già consolidata e con radici ben sviluppate. Il risultato è quello di "guadagnare" o quasi, una stagione di crescita.
Prendo anche lo spunto per raccomandare di non preoccuparsi troppo, quando si acquista, della presenza o meno del fiore. La fioritura di per sè, è estremamente dispendiosa per qualunque pianta, tanto più se è in vaso. Guido degl'Innocenti, mio primo mentore, diceva che le piante non devono (o non dovrebbero) fiorire in vivaio, ma nei giardini di chi le compra. Il vivaista ha principalmente il compito di fornire un prodotto sano, con una buona radice, ben accestito e con una buona parte aerea, pronto a fiorire, ma non in fiore. Talora, per ottenere questo risultato, i fiori vengono addirittura asportati, per far sì che la pianta destini le sue energie a sviluppare la parte vegetativa. E' il caso, ad esempio, delle Hydrangea macrophylla, che in vivaio vengono potate subito dopo la fioritura, con ancora le corolle non del tutto sfiorite, per favorire l'emissione di nuovi rami dalla base che andranno a fiore l'anno successivo.
Le Buddleje vengono tagliate drasticamente 4-6 volte l'anno in coltivazione, affinchè accestiscano, sacrificando molte spighe.
L'acquisto di un prodotto strafiorito, specie se fuori stagione, è indubbiamente molto più allettante, ma non consigliabile per una pianta destinata a durare nel tempo. Ha infatti già subito uno stress, per indurla a emettere bocci in quantità e in un momento anomalo. Una volta esaurita la fioritura, la pianta va in crisi nel 90% dei casi, e può essere recuperata solo con una intera stagione di assistenza, spesso una drastica potatura e tanta pazienza.
Confesso che anch'io mi lascio tentare, di tanto in tanto, da questo genere di acquisti, salvo pentirmene dopo poco tempo. Il giardiniere in fondo, è una persona paziente, che impara, con l'esperienza, a rispettare i ritmi della natura e i suoi tempi.
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