19 ago 2016

Adorabili piantacce

"L'erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù"  (Ralph Wardo Emerson)
Come dire.. non tutte le piante invasive vengono per nuocere. Sono tante le specie introdotte da altri paesi che sono diventate parte integrante del paesaggio, talora rappresentando, secondo diversi studi, una minaccia per le la flora locale a causa della loro elevata capacità di riprodursi e diffondersi nell'ambiente, a scapito di altre specie. 
Erigeron karvinskianus o Vittadinia triloba
Ad essere sincera apprezzo le piante che nascono dappertutto, persino nei luoghi più impensati, come l'Erigeron karvinskianus, conosciuto dai vecchi giardinieri come Vittadinia triloba. E' un'erbacea perenne originaria dell'America Centrale appartenente alla famiglia delle Compositae, alta al massimo 20-30 cm, di aspetto leggero, quasi etereo, che a partire dalla primavera apre mazzolini di minute margheritine bianco-rosate. Cresce ovunque, in particolare nelle cavità dei muri, tra gli anfratti, nelle spaccature dei gradini in pietra, in tutti i vasi del terrazzo una volta che avete avuto la fortuna (o la sventura) di metterne a dimora una unica pianta. Alla sfioritura infatti, produce una grande quantità di semi leggerissimi che vengono trasportati dal vento e germinano con gran facilità ovunque trovino un minimo di terra. Nel mio terrazzo continuano a sopravvivere cambiando posto ogni anno, e passando da un vaso all'altro giusto per farmi sorprendere: attualmente hanno trovato residenza stabile infilate in mezzo all'Aloe vera, ingentilendone la rigidità delle foglie, ma mi aspetto qualche altro interessante sviluppo casuale per la prossima primavera.
Erigeron con Aloe Vera
Se siete frequentatori del Giardino dell'Orticoltura a Firenze, date un'occhiata agli argini del Torrente Mugnone che scorre in prossimità. In primavera sono totalmente ricoperti di fiori di Erigeron, saldamente abbarbicati sulla pietra. In coltivazione richiede pochissime cure: sole, terreno drenato, resiste bene alla siccità e sufficientemente bene alle basse temperature, dalle quali si difende perdendo la parte aerea. Alla fine dell'autunno si taglia la vegetazione a 5 cm da terra in modo da farla riscoppiare vigorosa nella primavera successiva.
Non occorre riprodurla, dato che ci pensa da sé, ma se si vuole, oltre che per seme, si può procedere alla divisione dei cespi in primavera, che vengono ripiantati singolarmente e danno origine a nuovi individui.



Centranthus ruber 




Altra erbaccia per me assai interessante è il Centranthus ruber, o Valeriana rossa o lattarola. Originaria del bacino mediterraneo, è una specie suffruticosa rizomatosa che cresce nelle zone aride ed assolate, dalle coste fino agli 800 metri di quota. Dal rizoma si alzano steli piuttosto robusti, eretti o talora variamente prostrati, con foglie lucide, verdi con qualche riflesso glauco. Alle estremità si formano, a partire dalla primavera, pannocchie dense di fiori rosa acceso, talora porpora, di spettacolare effetto. In ambienti caldi, se potata dopo la fioritura, la pianta rigenera la parte aerea continuando a fiorire ciclicamente, talora anche in inverno, sia pur in maniera sporadica. Nelle zone fredde va a riposo, per riscoppiare dal rizoma nella primavera successiva. 
Alla sfioritura produce inoltre una gran quantità di piccoli semi provvisti di pappo, che vengono dispersi dal vento e germinano con facilità. E' una specie poco usata in giardino a causa della sua invadenza, caratteristica invece che potrebbe essere sfruttata con successo in condizioni difficili, quali terreni poveri e sassosi, giardini di campagna e a bassa manutenzione, terreni poco profondi, muri a secco, scarpate. Richiede infatti pochissime cure, resiste bene alla siccità, è duratura ed economica. 
Ho un ricordo di una decina di anni fa di una bellissima fioritura di Centranthus ruber presso il Roseto Fineschi a Cavriglia: un passaggio fra due muri con le pareti laterali completamente rivestite di rosso porpora. Uno spettacolo meraviglioso quanto le rose del giardino. 

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