15 dic 2016

Greenery, colore Pantone 2017

Come ogni anno Pantone annuncia quale sarà il colore leit-motiv per i successivi 12 mesi: dopo un sontuoso Color Marsala del 2015 e un Rosa quarzo del 2016, per il 2017 arriva Greenery, un verde allegro con una punta di giallo (che io, a dire il vero, ho sempre definito come verde lime). 
Per usare le parole del sito ufficiale, "Greenery è la ricerca della passione e della vitalità personale".  Ma il verde, si sa, è un colore associato alla natura, anzi, quello che la definisce per eccellenza. Il verde è un colore rilassante, che contribuisce ad allontanare lo stress della quotidianità, consigliato dagli arredatori per bagno e camere da letto, incaricato di riportarci ad uno stato naturale e a rigenerarci.

Si conferma quindi la tendenza, di cui ho già discusso in un precedente post, di un "bisogno di verde", di un ritorno alla natura, di rallentare il ritmo sempre più veloce e sempre più frenetico cui siamo sottoposti e creare uno spazio, all'interno delle nostre vite, in cui cercare rifugio. 
Per passare dal filosofico al pratico, vediamo come essere " a la page" in giardino...
La prima pianta che mi è venuta in mente guardando questa tonalità è il Liriodendron tulipifera, meglio noto come Albero dei tulipani. Magari non sarà la più scontata, ma guardate un po' la foto con i fiori di questa specie e ditemi un po' se non evocano Greenery. 

Liriodendron tulipifera
Va detto che non è una pianta adatta per tutti i luoghi. Intanto è un albero di prima grandezza, che, come tale, deve essere collocato in spazi adeguati, lontano da muri, fabbricati, case e quant'altro perchè prima o poi ...  diventa grande.
E' poi un po' esigente, poichè vive e si sviluppa bene solo su terreno fresco, profondo, drenato, da neutro ad acido;sopporta bene anche l'inquinamento urbano, ma non tollera la siccità estiva.  E' chiamato volgarmente Albero dei Tulipani  perchè i fiori, profumati e numerosi, che vengono prodotti dalla pianta dall'età di 6-8 anni, sono a forma di tulipano, formati da 9 petali riuniti a coppa di colore verde pallido, screziati di arancio alla base. Al centro si vedono numerosi pistilli giallo arancio. La fioritura va da giugno a luglio e ad essa segue la produzione di curiosi frutti bruni. Anche le foglie sono inconfondibili, grandi, a 4 lobi e con apice troncato, verde brillante in primavera-estate (Greenery, appunto) e giallo arancio in autunno. Il pregio di questa pianta infatti, oltre che essere un bellissimo albero da ombra, è anche quello di sfoggiare un favoloso foliage autunnale.

10 dic 2016

Parlando di Alberi di Natale..

Ormai ci siamo.. anzi direi che, come tradizione vuole, l'albero di Natale è stato più o meno allestito dai più, nelle case come nei luoghi pubblici. E come ogni anno salta fuori la polemica "albero di Natale vero o finto, qual è più ecologico? 
Io mi schiero nettamente dalla parte del classico abete di Natale vero, con tanto di tronco, rami, aghi fatti da Madre Natura. Non importa a quale specie appartenga, mi vanno bene tutte, ma che sia vero. Personalmente ho una predilizione nei confronti dell'abete rosso (Picea abies-Picea excelsa, peccio) per il profumo che emana, e che associo immediatamente a questa festività.  Riconosco che ha degli svantaggi, primo fra tutti quello di far cadere con facilità gli aghi, soprattutto se sottoposto al calore delle case per un mese. Ma vanno bene anche gli Abies nordmanniana, pinsapo, alba o, per i più chic, i costosissimi Picea pungens Koster a ago grigio-argento.

Abies nordmanniana
Per favore, non mi dite che un albero di Natale sintetico, solo perchè dura per anni, è più ecologico di uno vero. Mettete in azione il cervello e pensate solo al materiale con cui è fatto: plastica. Quanto è ecologico produrre la plastica? quanto sono ecologiche le vernici e gli smalti con cui vengono dipinti? Quanto è ecologico smaltire la plastica quando, dopo qualche anno di onorato servizio, verrà buttato? Se poi pensiamo che buona parte di questi prodotti arrivano da Cina e dintorni e alle condizioni lavorative della manodopera che li produce, entrano in ballo anche questioni etiche piuttosto problematiche. 
Ve lo dico da vivaista con cognizione di causa: gli alberi di Natale che vengono venduti non sono strappati alle foreste, nè hanno impatto sugli ecosistemi naturali: sono coltivati appositamente con questo scopo in vivaio o in appezzamenti dedicati e ripiantati l'anno successivo come si farebbe per un campo qualunque di insalata. 

28 nov 2016

Camellia sinensis, una pianta che ha fatto la storia

Complice un nebbioso e sonnacchioso pomeriggio domenicale di novembre, non ho trovato di meglio che farmi una bella tazza di tè accoccolata sul divano. Il tè è ottenuto dalla raccolta dei germogli della Camellia sinensis,  probabilmente una delle piante che di più ha influenzato la storia dell'umanità. Il genere Camellia, dedicato al botanico gesuita Camellius , annovera specie ornamentali bellissime, fra cui la nota Camellia japonica (è una Camellia japonica il fiore preferito di Marguerite Gautier, la romantica protagonista de "La signora delle camellie") e la Camellia sasanqua, dalla fragrante fioritura autunnale. I fiori bianchi o rosati della Camellia sinensis invece, non hanno mai entusiasmato nessuno, almeno dal punto di vista ornamentale, ma la diffusione del consumo di tè ha costruito e fatto crollare imperi, contribuito alla distruzione di ecosistemi per far spazio a nuove piantagioni e favorito schiavitù e sfruttamento nei paesi ove il tè viene prodotto. 
Fiori di Camellia sinensis
Coltivata nella fascia temperato calda di Cina e Giappone, è un arbusto sempreverde che può raggiungere i 4-6 m di altezza. Ha foglie verde tenero da giovani e verde scuro una volta adulte, piuttosto coriacee. I fiori sbocciano all'ascella delle foglie e sono piccoli, bianco crema, con 6-7 petali incurvati verso l'interno che racchiudono stami e pistilli giallo oro. La fioritura, nei nostri climi, ha luogo generalmente in autunno, a partire da fine ottobre e i fiori emanano un profumo piacevole e delicato. Furono i cinesi a scoprire che le foglie tenere di questa pianta, opportunamente essiccate e messe in acqua calda, davano origine ad una bevanda al contempo dissetante, profumata, gradevole e con effetto calmante. 
Dalla Cina la bevanda fece il suo ingresso in Europa intorno al 1600 grazie ai commerci della Compagnia Olandese delle Indie Orientali e ben presto si diffuse in tutto il vecchio continente, nonchè nelle colonie del Nuovo Mondo. 

1 nov 2016

Bacche di stagione

Anche quest'anno l'Autunno ha avuto un inizio decisamente caldo e, oltre ai consueti colori, è ancora ricco di fiori. Le Buddleje non hanno ancora o quasi smesso di fiorire, Weigelie e Spirea japonica fanno la seconda fioritura, addirittura qualche lillà ha pensato che fosse primavera e dopo il caldo estivo, ha schiuso le sue spighe. Ma da che mondo è mondo, l'Autunno è una stagione di frutti e di bacche, più che di fiori. Cotoneaster lactea, Pyracantha, Meli da fiore, Aronia, Sorbo degli Uccellatori, giusto per citarne qualcuno, sfoggiano le loro bacche colorate, gioia per gli occhi e delizia per i merli. Io adoro le Callicarpa, che già dal nome, derivato dal greco, "bel frutto", sono tutto un programma. Appartenenti alla Famiglia delle Verbenaceae, le Callicarpa sfoggiano bacche coloratissime e numerose a partire da questa stagione per buona parte dell'Autunno-inverno. 

Callicarpa bodinieri Profusion
La Callicarpa bodinieri Profusion è un arbusto di origine asiatico di sviluppo vigoroso e rapido. Forma lunghi rami robusti, piuttosto flessibili da giovani, tanto da poter essere guidati anche su una spalliera. Personalmente preferisco lasciarle libere di crescere in tutta la loro grandezza, senza forzature o tagli inutili. Ha foglie piuttosto grandi, ovato-lanceolate, che in autunno diventano giallo oro. La fioritura è primaverile e poco evidente, fatta di fiorellini rosa lilla che si aprono sul ramo dell'anno precedente. E' in questo periodo che la Callicarpa, assolutamente inosservata durante la stagione, gode del suo momento di gloria. Si riempie infatti di mazzi di bacche viola scuro, con riflessi metallici, che persistono a lungo anche dopo la caduta delle foglie. 
Callicarpa dichotoma Albifructus
Altrettanto interessante è la Callicarpa dichotoma Albifructus, di origine americana. Di taglia più contenuta (intorno ai 2 metri) rispetto alla sua cugina asiatica, si caratterizza per la ramificazione più compatta, esile e fitta, ma soprattutto per le bacche, piccole e molto numerose, di colore bianco perlaceo. Le bacche permangono sui rami anche dopo la caduta delle foglie fino ad inverno inoltrato. Cresce bene in normale terreno da giardino, fresco, e preferisce esposizione soleggiata. La fioritura estiva è di colore rosa pallido. Visto lo sviluppo contenuto la pianta è anche adatta alla coltivazione in contenitore. 

12 ott 2016

Il verde, un bisogno del nuovo millennio

Prendo spunto da una serie di riviste del settore e non, per fare una constatazione felice: il verde, finalmente, sta diventando un bisogno sentito e accertato del nuovo millennio. Parto dal famoso catalogo di IKEA, (che mi mettono puntualmente nella cassetta della posta anche quando non richiesto), colosso dell'arredamento nordico, da sempre all'avanguardia nell'interpretare e nel dettare le nuove tendenze. Il verde è presente in ogni ambiente, dall'"Aperitivo in balcone" (ovviamente pieno di piante), all'"Anima verde" del living, nella cui descrizione, che cito testualmente si dice che "Stare nella natura è una rinascita dell'anima: ci permette di immergerci in un luogo di tranquillità, dove il mondo esterno passa in secondo piano....Scatenati con le piante, che non solo sono un elemento decorativo, ma purificano l'aria e riducono lo stress". Le piante sono ovunque: in cucina, sul terrazzo, nel soggiorno, persino in bagno, che effettivamente, se luminoso, è uno degli ambienti migliori per le piante, data l'elevata umidità. 
Passiamo a riviste specifiche sul tema verde e giardinaggio, come Gardenia, in cui da tempo ormai si caldeggia l'ingresso delle piante nelle nostre case: poco importa che gli spazi siano grandi o piccoli: basta un piccolo vaso, una composizione floreale, un acquario, o semplicemente una cassettina sul davanzale. 
Tutti i mesi vengono proposte idee nuove, facili da realizzare e alla portata di tutti e di tutte le tasche per arricchire i nostri spazi privati di piante e fiori. Su un servizio di questo mese, il verde è entrato anche in ufficio: sempre più spesso infatti i mood aziendali sono quelli espressi dall'amministratore delegato dell'azienda per la quale il progetto è stato realizzato, che dice: "Lavorare in un contesto bello e armonioso, si sa, migliora l'efficienza e il rendimento. Il verde ne è una parte indispensabile e rasserena gli animi".
Passiamo alle riviste femminili di qualunque ordine e grado, e a quelle dei vari supermercati: la pagina dedicata alle piante, siano di uso cosmetico, culinario, decorativo è ormai una rubrica d'ordinanza, spesso compenetrata con l'arredamento e con la parte esterna della casa (fosse anche un pianerrottolo), che sempre di più ha la funzione di fare da "biglietto da visita" e accogliere padroni e ospiti. 

23 set 2016

Mostre d'Autunno, stagione per piantare

Mi si prospettano un paio di settimane intense, dato che da domani sarò a Rimini per Giardini d'Autore e la settimana seguente a Orticolario, nella splendida cornice di Villa Erba, sul lago di Como. Nonostante le fiere d'autunno siano meno frequentate, a me piacciono quasi più di quelle di primavera. Con un po' di fortuna la temperatura è molto gradevole, le piante sono spesso in migliori condizioni rispetto al mese di aprile, la luce dorata e i colori dell'autunno aggiungono un fascino tutto speciale. Mi piace molto anche il pubblico delle fiere autunnali, normalmente più interessati alla pianta in sè che al fiore, che spesso non è presente. Chi si occupa di giardino infatti, sa benissimo che l'autunno è la stagione migliore per programmare e mettere a dimora nuove specie. 
Anche se apparentemente la pianta non si muove, in realtà sviluppa l'apparato radicale durante i mesi invernali, e, in primavera, è perfettamente pronta a partire, già consolidata e con radici ben sviluppate. Il risultato è quello di "guadagnare" o quasi, una stagione di crescita.

19 set 2016

Il corbezzolo greco

Pianta piuttosto difficile da trovare, Arbutus andrachne, conosciuto come Corbezzolo greco o corbezzolo di Cipro, non è invece difficile da riconoscere. Apparentemente simile al comune Corbezzolo (Arbutus unedo), si distingue per il suo aspetto contorto e scultoreo, per le foglie, verde brillante e mediamente più grandi, ma soprattutto per la corteccia, arancio -rosso, che a maturità dìsi sfalda, arricciandosi come bastoncini di cannella, e rivelando al di sotto una grana liscissima, arancio-verde, che ricorda, per consistenza, quella della Lagerstroemia
Arbutus andrachne

Qualche nota botanica e di coltivazione: è originario del Mediterraneo orientale, diffuso in Grecia, Cipro, Turchia, Medio oriente. Appartiene alla famiglia delle Ericaceae e può arrivare a 10-12 metri di altezza, generalmente ramificato sin da terra. Sempreverde, di forma sinuosa e contorta, è assai apprezzato per la corteccia rosso-bruna, molto decorativa. Le foglie sono verdi scure sopra, più chiare sotto, con margine intero. I fiori, come di consueto in questo genere, si aprono in autunno e sono riuniti in grappoli bianchi, leggermente profumati. Contemporaneamente maturano anche i frutti, bacche rugose arancio, commestibili, assai appetite dall'avifauna. In natura cresce nelle radure della macchia mediterranea, lungo le coste sassose, generalmente in pieno sole e su terreni non calcarei, ben drenati. Ha una buona resistenza alla salsedine, che ne fan un ottimo alleato per i giardini al mare, battuti da venti salati. Non necessita di particolari cure una volta stabilito: nemmeno le potature sono necessarie, dal momento che cresce con molta lentezza. Da giovane è piuttosto sensibile al freddo, ma con il tempo lignifica e diviene molto più tollerante: da adulto può sopportare occasionalmente temperature ben al di sotto dello 0° anche se per periodi brevi e in caso di freddo asciutto. 

15 set 2016

Profumi d'autunno

Trovo che l'autunno sia una stagione dal fascino discreto. Discreto nei colori, caldi e dorati, ma mai squillanti; discreto nella luce, tenue e soffusa; discreto nei profumi, che si avvertono nell'aria, ma non si sa esattamente da dove vengono. Mi sto riferendo in particolare al profumo dei fiori di Osmanthus ed Elaeagnus ebbingei, piante sempreverdi con fioritura autunnale quasi invisibile ma che si avverte a distanza.
Osmanthus fragrans Rubra
Il primo a fiorire è senza dubbio Osmanthus fragrans Rubra: fiori piccoli, riuniti in mazzetti all'ascella delle foglie, di un caldo color giallo-arancio e caratterizzati da un intenso profumo, molto dolce, che si avverte a distanza. Per me è il profumo di settembre. Capita sempre meno spesso di percepirlo; per qualche misterioso motivo l'Osmanthus fragrans Rubra (o Aurantiacus) non è più grande protagonista. Nei giardini e nei parchi delle ville dei secoli scorsi, questa specie era immancabile, associato all'Olea fragrans, (Osmanthus fragrans) anch'esso conosciuto per i profumati fiori autunnali. Sono effettivamente grandi arbusti dal portamento non sempre perfettamente compatto,  che tendono facilmente a defogliare, specie nelle zone ventose. La fioritura tuttavia merita la coltivazione e, aggiungerei, conviene posizionarlo in prossimità della casa  per beneficiare del profumo.

12 set 2016

Nuove Lagerstroemie in giardino

A dispetto del suo nome quasi impronunciabile, la Lagerstroemia indica è una delle specie a fioritura estiva maggiormente presenti nel nostro paese. Originaria della Cina, ove per millenni è stata utilizzata per adornare i templi, fu successivamente introdotta in India,  paese nel quale riveste tuttora un notevole importanza economica per la produzione di legname, che, essendo molto compatto, resiste agli attacchi di insetti quali le termiti, assai diffuse in questi ambienti.  Fu osservata da Magnus von Lagerstroem, direttore della Compagnia delle Indie,  nella prima metà del 1700 e da questi inviata a Linneo affinchè la classificasse. Fu proprio Linneo a battezzarla con un nome tanto difficile, in onore del suo amico e “scopritore”. 

In Europa la Lagerstroemia viene impiegata unicamente per il valore ornamentale, dato principalmente dalla copiosa e prolungata fioritura estiva, che dalla fine di giugno arriva sino all’autunno, con tonalità che spaziano dal bianco puro al rosso bordeaux, passando attraverso tutta la gamma dei rosa e dei violetti, a seconda della varietà. La specie è in realtà bella in ogni stagione dell’anno: in primavera emette foglie inizialmente bronzee, che diventano successivamente verde, in estate è in fiore, in autunno le foglie diventano rosse, giallo e arancio prima di cadere e in inverno la corteccia della pianta si sfoglia, mostrando placche color arancio-salmone. La ricerca vivaistica si è ampiamente dedicata, nel tempo, alla selezione e introduzione di numerose varietà molto interessanti, tanto per il ritmo più sostenuto di crescita, quanto per la grandezza e la colorazione delle pannocchie. 


9 set 2016

Saltando di fiera in fiera..

La fine dell'estate per me è sempre caratterizzata da viaggi alla ricerca di nuove idee per il vivaio. Si concentrano infatti sia fiere professionali che amatoriali che meritano di essere visitate. Alla fine di Agosto abbiamo il Plantarium a Booskoop, in Olanda, che tradizionalmente apre l'autunno presentando le novità della prossima stagione, e di cui abbiamo già accennato in un post precedente. Segue Murabilia, consolidato appuntamento di settembre sulle Mura urbane di Lucca, la cui splendida cornice da sola vale il viaggio, ma ogni anno si arricchisce di ospiti illustri e vivaisti italiani ed esteri, che apportano novità e curiosità botaniche interessanti.

Lo stand in collaborazione con Claudia Failla
Quest'anno ho partecipato alla rassegna in collaborazione con la rivista Giardini e con la designer Claudia Failla, allestendo uno stand progettato da Claudia, tutto incentrato sul rosso e nero in giardino. La collaborazione con una designer ti fa capire l'importanza di saper accostare colori, forme e tessiture in giardino, e come le piante possano essere valorizzate a vicenda dalla semplice vicinanza di un colore piuttosto che un altro. Ho trovato bellissimo, ad esempio, l'unione fra Alternanthera ficoidea Red Threads, Pennisetum villosum e Senecium, ma anche di Phyllostachis nigra e Hibiscus coccineo o Graminacee e Lagerstroemia indica Dynamite, dai colori accesi ed.. esplosivi.

31 ago 2016

Le virtù del Luppolo

Fiori del Luppolo
Il Luppolo, in latino Humulus lupulus, è una pianta rampicante volubile comune in tutto il vecchio continente. Non è difficile trovarlo lungo le strade, ai bordi delle radure, da solo o associato alla comune vitalba (Clematis vitalba), con la quale condivide il comportamento di "scalare" altre piante o qualsiasi tipo di sostegno per arrivare alla luce. E' una specie molto veloce tra l'altro, e benché la sua stagione vegetativa sia limitata alla primavera-estate, cresce letteralmente "a vista d'occhio", allungando i suoi tralci rivestiti di eleganti foglie tri e pentalobate di colore verde medio. E' una pianta dioica, dove fiori maschili e femminili sono portati su individui separati. Sulla pianta femmina, in estate, si aprono i caratteristici fiori resinosi, a forma di cono, che vengono raccolti ed essiccati per essere utilizzati all'interno dei birrifici. 
Bill Laws, nel suo curioso e divertente libro "Le 50 piante che hanno cambiato il corso della Storia", cita il luppolo fra una di queste, osservando come l'aggiunta di questo vegetale nella nota bevanda, ne abbia permesso la conservazione e, in definitiva, favorito un notevole incremento del suo consumo a livello mondiale. Inizialmente infatti, la bevanda in uso nel Nord Europa e soprattutto in Inghilterra era la cosiddetta Ale, ricavata dalla fermentazione di orzo maltato  (orzo germinato e poi essiccato), che, dopo il processo di bollitura veniva addizionato di alcune erbe. Pur essendo una bevanda "sterile", almeno subito dopo i processi di fermentazione, la Ale non era in grado di conservarsi a lungo, ma inacidiva con rapidità, specie in estate.

27 ago 2016

Tendenze in giardino e terrazzo dal Plantarium 2016

Il Marsala (Codice Pantone 18-1438) è stato eletto da Pantone come il Colore dell'Anno 2015. Secondo il direttore esecutivo di Pantone Color Institute infatti, questa tonalità a mezza strada fra il rosso e il marrone, sarebbe "ricca e carismatica e soddisfa un'eleganza sofisticata in modo raffinato" . Sempre secondo la stessa fonte, Marsala "arricchisce la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima, emanando sicurezza e stabilità.

Via libera quindi, secondo i diktat della moda, all'uso del color Marsala per gli abiti, negli arredi, sulle tappezzerie, e perché no, se volete essere "a la page", anche in giardino. Francamente non me la sentirei di dipingere una stanza di casa con questo tono.. elegante e sobrio, molto avvolgente e molto vintage, mi darebbe l'idea di qualcosa di troppo barocco, a meno che la stanza in questione non sia enorme, molto molto luminosa e soprattutto si limiti a una parete, o ad una porzione di questa. Ma l'idea di utilizzarla in giardino non mi dispiace affatto, giocando con le foglie delle specie che si avvicinano a questa tonalità, che sono davvero molte. Probabilmente hanno pensato allo stesso modo anche i vivaisti ibridatori, dal momento che il Plantarium di quest'anno, fiera professionale olandese che annualmente presenta le novità, sembrava molto ispirato da questa tonalità.
Mix di Heuchere
Heuchere fra le erbacee perenni e Physocarpus e Cotinus fra gli arbusti la fanno da padroni.
L'unica variante sul tema è data dalla miniaturizzazione degli arbusti: ecco quindi il Cotinus Lilla® e il Physocarpus Little Angel®, con foglie color Marsala ma in formato mignon, in modo che possano essere collocati senza problemi anche in piccoli giardini e soprattutto in vaso.

26 ago 2016

I vasi della tradizione andalusa

Assidua frequentatrice dell'Andalusia già da diversi anni, non mi stanco di incantarmi di fronte al connubio sublime fra arte e verde, tipico dei giardini moreschi. Al di là dei celebri giardini famosi in tutto il mondo di Granada, Siviglia e Cordoba,  mi affascinano i patio e i balconi delle case più o meno ricche del centro di queste città, che, nella maggior parte dei casi, non sono il frutto dell'opera di illustri designer, quanto il prodotto del lavoro paziente o anche distratto di comuni mortali.
Una prima considerazione va fatta sulle piante utilizzate, che sembrano davvero piovute dal cielo: sono essenze spesso banali, come Asparagi, Tradescantie, Felci, principalmente Nephrolepis, Clorophytum, Aspidistrie, qualche Clivia, Pothos, Alocasie, Jasminum, Aloe e naturalmente gerani e pelargoni, soprattutto a Cordoba, dove è famosa in maggio la festa de Los Patio de los Geranios, che attira turisti da tutta la Spagna e non solo. 

Patio di gerani a Cordoba
Non aspettatevi ordine nella distribuzione di queste specie. Crescono ammassate le une alle altre, spesso in un intrico disordinato, coltivate in un intreccio misto di tralci che penzolano dalle e fra le ringhiere dei piccoli terrazzi del centro. Paradossalmente l'effetto fra il verde talora polveroso e i muri bianchi delle case, è assolutamente gradevole, anche se viene da chiedersi come facciano ad innaffiarle, dato che spesso sugli esigui terrazzi non c'è posto per le persone. In questi mix scombinati di foglie giocano sicuramente grande ruolo i colori brillanti dei vasi, normalmente di terracotta smaltata e dipinti con i fregi caratteristici di ogni città. A Siviglia predominano le cosiddette Macetas de Monteria (letteralmente Vasi di caccia), terrecotte smaltate di bianco su cui vengono ritratti animali da selvaggina in paesaggi campestri, nei toni del blu, verde e ocra.

23 ago 2016

L'Orto Botanico di Berlino

Tentando di sfuggire al caldo torrido, ho deciso di fare una puntatina a Berlino alla fine di Luglio. Decisione quanto mai felice, dato che, nonostante le temperature fossero considerate "proibitive" per un nordico, in realtà non si superavano i 30°C nelle ore più calde, privilegio raramente concesso dalle estati mediterranee. Conosciuta principalmente come la città più giovane, trasformista e alternativa d'Europa (ed è vero), Berlino ha, fra le altre cose, l'Orto Botanico più grande del continente. Situato fuori dal centro, si estende su una superficie complessiva di ben 43 ettari, suddivisi fra Arboreto, ricostruzione di ambienti naturali da tutto il mondo (raccomando caldamente la prateria americana e il giardino giapponese) e le strutture coperte, con la colossale Tropenhaus, che, oltre ad essere una delle serre più grandi al mondo, è un fantastico esempio di architettura in ferro e vetro degli inizi del XX secolo. 
Tropenhaus con giardino all'italiana
Il giardino è stato realizzato fra la fine dell'800 e gli inizi del '900 su disegno dell'architetto Alfred Koerner con l'obiettivo di introdurre e studiare le specie esotiche provenienti dalle colonie tedesche. Passeggiando all'interno del giardino, si passa da un momento all'altro dal continente nordamericano, con le sue conifere monumentali e le praterie di graminacee e fiori selvatici, al fascinoso e misterioso giardino giapponese, con  viali ombrosi e freschi ricchi di acqua, felci, Hosta, Astilbe, Aceri, Hydrangee e padiglioni per riposarsi.

21 ago 2016

Rudbeckie, fiori d'Autunno

Si avvicina la fine dell'estate. Si avverte già nell'aria. E' ancora caldo, ma qualcosa sta cambiando: le giornate più corte, un venticello leggero, qualche acquazzone, una luce diversa, più dorata.
Sarà che sono nata in settembre o forse ho un'anima un po' nostalgica, sta di fatto che adoro le mezze tinte autunnali, calde, avvolgenti: giallo oro, senape, arancio zucca, ocra, terra di Siena, bronzo, ruggine, viola mosto e, in generale, tutte le tinte rossastre delle foglie d'autunno. Mi piace vederli in natura, adoro anche indossarli, soprattutto nelle giornate grigie e nebbiose, perché mi fanno pensare alla luce e al sole. Adoro naturalmente tutte le piante che colorano la fine dell'estate, che, guarda caso, hanno proprio le tonalità che preferisco.
Bordo misto con Rudbeckie e Graminaceae
Tra queste annovero le Rudbeckie, piante vivaci rusticissime con corolle a margherita, tipiche delle grandi praterie americane, così chiamate in onore dei botanici svedesi Olaf Rudbeck, padre e figlio, predecessori di Linneo, che dedicò loro il genere. Purtroppo sono ancora poco popolari in Italia, a torto  dato che sono piante con grandi capacità di adattamento, tanto al freddo quanto alla siccità, che accettano indistintamente terreni sabbiosi o argillosi, in vaso o in terra; chiedono solo esposizione al sole. Simili per aspetto alle più diffuse Echinacee, con le quali vengono spesso confuse, le Rudbeckie sono generalmente più alte e non presentano mai il colore rosa, ma tutta la gamma che va dal giallo dorato al rosso-marrone, a seconda delle varietà. Esistono molte specie e varietà di Rudbeckia, ma vorrei segnalarne due in particolare appartenenti alla serie City, poiché battezzate con i nomi di città: la "Rudbeckia Berlin" e la  "Rudbeckia Peking", di recente introduzione in Italia.

19 ago 2016

Adorabili piantacce

"L'erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù"  (Ralph Wardo Emerson)
Come dire.. non tutte le piante invasive vengono per nuocere. Sono tante le specie introdotte da altri paesi che sono diventate parte integrante del paesaggio, talora rappresentando, secondo diversi studi, una minaccia per le la flora locale a causa della loro elevata capacità di riprodursi e diffondersi nell'ambiente, a scapito di altre specie. 
Erigeron karvinskianus o Vittadinia triloba
Ad essere sincera apprezzo le piante che nascono dappertutto, persino nei luoghi più impensati, come l'Erigeron karvinskianus, conosciuto dai vecchi giardinieri come Vittadinia triloba. E' un'erbacea perenne originaria dell'America Centrale appartenente alla famiglia delle Compositae, alta al massimo 20-30 cm, di aspetto leggero, quasi etereo, che a partire dalla primavera apre mazzolini di minute margheritine bianco-rosate. Cresce ovunque, in particolare nelle cavità dei muri, tra gli anfratti, nelle spaccature dei gradini in pietra, in tutti i vasi del terrazzo una volta che avete avuto la fortuna (o la sventura) di metterne a dimora una unica pianta. Alla sfioritura infatti, produce una grande quantità di semi leggerissimi che vengono trasportati dal vento e germinano con gran facilità ovunque trovino un minimo di terra. Nel mio terrazzo continuano a sopravvivere cambiando posto ogni anno, e passando da un vaso all'altro giusto per farmi sorprendere: attualmente hanno trovato residenza stabile infilate in mezzo all'Aloe vera, ingentilendone la rigidità delle foglie, ma mi aspetto qualche altro interessante sviluppo casuale per la prossima primavera.

14 ago 2016

Leonotis leonurus, Orecchio di Leone o Coda di leone

Il rientro dalle ferie mi ha riservato una prima, gradita sorpresa: sono riuscita a ritrovare una pianta che reputo fantastica e che stavo cercando da tempo: il Leonotis leonorus, conosciuta nel mondo anglosassone come Orecchio di leone o Coda di leone.
Leonotis leonurus, Orecchio di Leone
E' una specie arbustiva perenne tipica della macchia simil-mediterranea del Sudafrica, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae e inizialmente ascritta da Linneo al genere Phlomis, al quale il fiore effettivamente somiglia. Da una base legnosa o semilegnosa si alzano steli rigidi, erbacei, a sezione quadrangolare con foglioline verde scuro, lanceolate, opposte e leggermente dentate ai margini. Dalla fine dell'estate compaiono i fiori, di forma tubolare, lunghi circa 5 cm, di un bellissimo arancio fiamma,  riuniti in pseudo-verticilli disposti in successione attorno ad ogni nodo degli steli.

1 ago 2016

Una Donna di Piante

Da che ricordo le piante mi sono sempre piaciute. Ho una foto che mi ritrae da piccola con le treccine biondo grano e le mani immerse in un cespuglio di Petunie a righe bianche e rosse (che fa molto anni '70, decennio in cui sono nata). Sono nata e cresciuta in una casa di periferia, con un giardino un po' incasinato da una cozzaglia di piante messe giù senza molta logica da mio padre in varie epoche e cresciute in maniera anarchica. Il tutto era dominato da una roverella enorme e vetusta, che, ahime! ora è morta e sotto la quale, in estate, si cenava. Da piccola volevo fare la fioraia, perchè mi piaceva entrare nel chiosco di fiori con mia madre e ammirare i colori, le forme, i profumi. All'epoca erano di moda i garofani, i gladioli, gli astri, le gerbere, ovviamente le rose, l'immancabile statice, le fresie, gli agapanti e le calle. Il tutto condito con "la verdura" (per i non addetti ai lavori le fronde verdi) che potevano essere asparagina, Ruscus racemosus o l'elegante Gypsophyla. Diversi anni più tardi avrei anche realizzato il mio sogno infantile, dato che ho lavorato per un paio di estati nei chioschi di fioraio dove andavo da piccola.