6 dic 2017

Piante delle feste: l'Agrifoglio

Conosciuto e venerato sin dall’antichità, l’agrifoglio comune (detto anche aquifoglio o pungitopo maggiore) fu classificato per la prima volta da Linneo nel 1753 come Ilex aquifolium.
Il nome generico è dovuto alla sua rassomiglianza con il leccio (Quercus ilex, per l’appunto), mentre il termine aquifolium viene dal latino “acrifolium” (acer = acuto) e significa “foglia spinosa, pungente”, per via del margine spinescente delle foglie.
Il termine Pungitopo maggiore deriva invece dall’usanza di mettere rami di agrifoglio insieme a quelli del pungitopo (Ruscus aculeatus), sulle corde alle quali si appendeva la carne salata, per proteggerla dai topi: di qui il nome comune di “pungitopo maggiore”.

Ilex aquifolium

E’ una pianta sempreverde, a portamento arbustivo, di crescita lenta, molto longeva, che nelle migliori condizioni può raggiungere 25 m di altezza, anche se è raro trovare oggi esemplari di queste dimensioni. Le foglie sono coriacee, verde scuro, lucide superiormente e più chiare sulla pagina inferiore, lunghe da 2 a 10 cm e larghe 2-6 cm. Una caratteristica di questa pianta è di avere un grosso dimorfismo fogliare fra le foglie giovani e quelle adulte. Quelle giovanili e basali sono di solito più grandi e soprattutto variamente spinose ai margini, per ovvi motivi di difesa nei confronti degli animali erbivori. Le foglie vecchie o quelle poste ad altezze superiori, in modo particolare quelle apicali, sono poco spinose, o addirittura a margine intero, liscio.
Gli Agrifogli, come la maggior parte degli appartenenti a questo genere evolutivamente molto antico, sono piante dioiche, che portano cioè fiori maschili e femminili su individui separati. Pertanto, per ottenere una ricca fruttificazione è indispensabile la presenza di almeno due piante di sessi differenti.
Una volta avvenuta l’impollinazione e la fecondazione, dai soli individui femminili maturano i frutti, impropriamente detti bacche (in realtà sono drupe), di 5-6 mm di diametro, che maturano nel corso dell’autunno- inverno e sono di colore rosso brillante, persistenti a lungo sulla pianta. Il contrasto fra il verde scuro della foglia e il rosso dei frutti conferisce alla pianta un notevole valore decorativo, che ha contribuito moltissimo alla sua diffusione nei giardini come pianta ornamentale.

Ilex Alaska

Da lungo tempo sono disponibili in vivaio specie, ibridi e cultivar di agrifoglio in grado di produrre bacche indipendentemente dalla presenza di un impollinatore, anche se non sempre i semi contenuti all’interno sono fertili. Uno di questi è l’Ilex aquifolium Alaska, sempreverde di piccole dimensioni, che raramente raggiunge i 5 metri di altezza. Ha portamento conico, piuttosto stretto  e foglie molto più spinose e più piccole rispetto al suo progenitore, di color verde scuro. Particolarmente resistente al freddo, la sua caratteristica principale è di essere auto-impollinante e pertanto in grado di fruttificare abbondantemente anche in assenza di impollinatori. In inverno, già dopo pochi anni di vita, produce una gran quantità di bacche rosse, persistenti e molto decorative.
Altro ibrido molto apprezzato nei giardini è Ilex x Nelly Stevens, selezionato nell’US National Arboretum all’inizio del XX secolo  e successivamente classificato nel 1954 da Vann Lennep Jr.
Ilex x Mutchangara Nelly Stevens
Attualmente uno degli agrifogli più coltivati al mondo, è un arbusto di forma piramidale, alto fino a 7-8 m e largo 5. Ha eleganti foglie coriacee, verde scuro, con margine poco spinoso e di forma vagamente rettangolare. I fiori, riuniti in mazzetti ascellari di colore bianco puro, sbocciano in tarda primavera, non sono profumati e risultano anche meno attrattivi per gli insetti. Ad essi seguono i frutti, sferici, del diametro di 0,8-1 cm, rosso brillante e piuttosto numerosi, prodotti indipendentemente dalla presenza di un impollinatore,  persistenti per tutto l’inverno, fino a marzo.

Coltivazione
La coltivazione degli agrifogli non presenta in linea di massima grandi difficoltà: sono piante adattabili, rustiche, resistenti, senza esigenze particolari, tranne qualche eccezione.
Prediligono terreni di medio impasto o leggermente sabbiosi, ben provvisti di sostanza organica, con pH compreso fra 5,5 e 7,5, freschi ma con un buon drenaggio. Vivono indistintamente in posizioni di pieno sole, ma anche in mezzombra o ombra completa (non è infrequente trovare alcune piante di agrifoglio allo stato spontaneo nel sottobosco). Le varietà a foglia colorata tuttavia, tendono a mantenere il fogliame più vivacemente colorato quando vengono coltivate a mezzombra, mentre le varietà a foglia verde tendono ad assumere un colore più chiaro se coltivate in pieno sole.
In Italia possono essere coltivate a tutte le latitudini, essendo piante che tollerano temperature fino a –10-15°C. Le specie o cultivar a foglia verde tuttavia, manifestano una maggior resistenza al freddo, specie il Nelly Stevens, mentre quelle a foglia variegata possono manifestare danni sulla variegatura in caso di gelate forti e prolungate. Raramente soccombono, anche se le foglie e i getti colpiti necrotizzano e cadono, ma vengono prontamente rigenerati nella primavera successiva.

Sopportano anche il sole caldo estivo, purché non vengano lasciati in condizioni di completa siccità per lunghi periodi di tempo; anche il vento e l’inquinamento non rappresentano solitamente un problema, tanto da essere ampiamente impiegati negli ambienti cittadini, soggetti a smog.

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