18 giu 2018

Carissa, la Prugna del Natal

Carissa in fioritura
Curiosa, elegante e ancora poco diffusa, Carissa macrocarpa (sin. Carissa grandiflora o anche Arduina macrocarpa o Arduina bispinosa) è un arbusto originario dell’Africa del Sud e che appartiene alla famiglia delle Apocynaceae (la stessa di pervinca e Oleandro).  Il genere Carissa comprende una trentina di specie, fra le quali la Carissa macrocarpa è la più diffusa, sia nelle aree di origine che in Europa. Il nome generico deriva dal sanscrito “corissa”, nome volgare con il quale questo tipo di piante sono conosciute in India, mentre macrocarpa deriva del greco e significa “frutto grande”. In Sudafrica è nota come “amatungulu” , traduzione del nome dalla lingua degli Zulù, ma spesso viene anche denominata Natal-Plum, Prugna del Natal (il Kwa-Zulu Natal è una regione del Sudafrica) per i suoi frutti, simili a piccole prugne. 



Frutti di Carissa
E’ un arbusto sempreverde di dimensioni contenute, che nelle zone di origine può raggiungere i 4- 5 metri di altezza, ma in Europa raramente supera i 2-3 metri. Ha un portamento tondeggiante, denso e molto ramificato sin da giovane e crescita lenta. I rami sono robusti, lisci e provvisti di spine molto robuste, che ricordano, per durezza e consistenza, quelle del Citrus triptera. Le foglie sono fitte, spesse e cuoiose, verde scuro e lucido.  
Dalla primavera sino all’autunno si aprono i fiori, bianco puro, a 5 petali, molto carnosi, a forma di stella. Vagamente simili ai fiori di gelsomino, il profumo è altrettanto inebriante e ricorda quello delle zagare; talora viene confusa e chiamata volgarmente “Gelsomino sudafricano”. In fioritura è una pianta particolarmente attrattiva per api e farfalle. 
Frutti di Carissa in mat
Ai fiori fanno seguito i frutti, che iniziano a formarsi in estate e hanno la dimensione di ciliegie o piccole prugne (mirabelle). Inizialmente verdi, in autunno assumono una colorazione rosso-violacea. La polpa di questi frutti è commestibile e ha un sapore gradevole, dolce e delicato, che ricorda quello della fragola e del ribes. Sono ampiamente utilizzati come alimento dalle popolazioni indigene poiché contengono alti quantitativi di Vitamina C, antiossidanti, potassio, ferro e magnesio. Gli vengono riconosciute proprietà curative nei confronti di anemia, debolezza fisica, per regolare la pressione arteriosa e, secondo la credenza popolare, hanno anche proprietà afrodisiache.  Possono essere consumati freschi oppure sotto forma di gelatine, macedonie e marmellate. All’interno della polpa sono contenuti i semi, che vanno eliminati dal momento che sono velenosi. Oltre che dall’uomo, i frutti sono molto ricercati anche dall’avifauna. 
Come la maggior parte delle Apocynacee, anche la Carissa è una pianta velenosa in molte sue parti; in particolare sono velenosi, come già accennato, i semi, ma anche le foglie e il lattice prodotto all’interno dei tessuti. 
Cespuglio di Carissa
La Carissa è una pianta di poche esigenze, ma non particolarmente resistente al freddo (T min 3-5°C). Proviene dalle aree costiere dell’Africa meridionale, sino al Mozambico, ove cresce spontanea in radure, ai margini dei boschi e anche sulle dune. Predilige esposizioni soleggiate e terreni di qualunque natura, ma tendenzialmente sabbiosi e soprattutto permeabili. E’ una specie adattata alla siccità anche prolungata e sopporta venti salsi provenienti dal mare. 

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