25 giu 2018

Vivaci campanelle estive: le Bignonie

Allegra fioritura di Campsis (Bignonia)
Con il  nome di Bignonia sono note un numero molto elevato di specie per lo più rampicanti, provenienti da varie parti del mondo, tutte facenti parte della famiglia delle Bignoniaceae. 
Note già dall’inizio del 1700, erano in principio riunite sotto un unico genere Bignonia, così denominato in onore dell’Abate Paul Bignon, bibliotecario di corte di Luigi XV. Con l’incremento delle specie esotiche introdotte durante il periodo del colonialismo, il genere arrivò a contare più di 100 specie; solo in epoche recenti la moderna classificazione botanica ha distribuito le Bignonia in 28 diversi generi, tutti afferenti alla famiglia Bignoniaceae.  
In effetti, se si esclude la forma del fiore, che, sia pur di colori e dimensioni molto diverse è per tutte a forma di tromboncino, le Bignonie hanno aspetto ed esigenze differenti fra loro, in funzione della loro zona di provenienza. Attualmente le specie maggiormente diffuse e coltivate nei nostri climi a scopo ornamentale afferiscono essenzialmente a 4 generi: il genere Bignonia, il genere Campsis, il genere Pandorea e il genere Tecomaria.
Le Bignonie più comuni appartengono al genere Campsis che comprende due specie spontanee di arbusti rampicanti, più alcune varietà e ibridi da essi derivati, tutti  a foglia caduca.
Campsis radicans Flamenco
La Campsis radicans, di origine nordamericana, cresce spontanea comportandosi come la nostra vitalba. Aderisce e si attacca ai sostegni attraverso radici aeree piuttosto penetranti, capaci di aderire anche a piccole screpolature della pietra. Ha foglie pennato-composte, ciascuna formata da 9-11 foglioline ellittiche, leggermente pelose, seghettate ai bordi, verde scuro. I fiori imbutiformi, riuniti in racemi,si aprono tutta l'estate e sono di color rosso-arancio. 
E’ una pianta con poche esigenze, se si escludono la buona esposizione al sole e un terreno fresco. Resiste bene al freddo, tanto da poter essere coltivata all’aperto con successo anche al centro-Nord. Decisamente invasiva, può raggiungere e superare i 10 m di altezza e per questo va contenuta con potature anche drastiche, alle quali reagisce riscoppiando rapidamente dal legno vecchio. 
Campsis radicans Yellow Trumpet
Da questa specie sono state selezionate alcune varietà orticole caratterizzate da sviluppo più contenuto e fioritura più appariscente e prolungata. In particolare sono ormai piuttosto diffuse la Campsis radicans Flava (sinonimo Campsis radicans Yellow Trumpet) a fiore giallo oro e la Campsis radicans Flamenco, a fiore rosso scarlatto. Entrambe rustiche, hanno le stesse esigenze della specie madre, ma possono essere coltivate con successo anche in vasi capienti per abbellire e ombreggiare pergole e terrazze, proprio grazie alla loro minor invasività.
Campsis grandiflora
La Campsis grandiflora (sin Campsis chinensis) è invece originaria della Cina e del Giappone, dai quali fu introdotta in Europa intorno all’inizio del 1700. Si tratta di un arbusto di dimensioni contenute, piuttosto lento a crescere, specie nelle fa
si giovanili, durante il quale assume più l’aspetto di un arbusto che quello di un rampicante, ed è privo o quasi di radici aeree. Può raggiungere a maturità 3-6 metri al massimo.
Alla fine dell’800 i fratelli Tagliabue, vivaisti lombardi, incrociarono la Campsis radicans con la Campsis grandiflora, ottenendo un ibrido orticolo noto come Campsis x tagliabuona, che univa la rusticità della C. radicans con la grandezza dei fiori della C. grandiflora, e un portamento intermedio fra le due, fra il cespuglioso e il rampicante. 
Campsis x tagliabuona Madame Galen
Attualmente la varietà più nota e conosciuta di questo ibrido è la Campsis x tagliabuona Madame Galen, con fiori grandi rosso arancio scuro da giugno a ottobre, resistente al freddo, adatta sia per la coltivazione in piena terra che in vasi capienti.  Richiede esposizione di pieno sole per fiorire copiosamente, e una potatura di contenimento ogni 2-4 anni.


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