10 set 2019

Brugmansia, fiore diabolicamente angelico

Brugmansia arborea esemplare adulto
E' dalla fine dell'estate fino a ottobre inoltrato (se le temperature reggono) che la Brugmansia arborea (vecchia nomenclatura Datura arborea)  ci regala le sue splendide fioriture. Originaria del Sudamerica, è una pianta a portamento eretto e dall'aspetto non particolarmente affascinante, a causa del tronco verde-marrone, poco ramificato e spesso spoglio alla base, sul quale si sviluppano foglie di grandi dimensioni, verde più o meno intenso, spesso leggermente tomentose su entrambe le superfici, che ricordano un po' quelle della pianta del tabacco. Sul finire dell'estate si trasforma magicamente in una splendida ornamentale, poichè comincia a produrre grandi quantità di fiori molto grandi, a forma di campanula pendula, con colori che vanno dal bianco panna all'arancio salmone, passando per il rosa e il giallo, ma sempre con toni pastello e soprattutto intensamente profumati, in particolare dal tramonto all'alba.
Brugmansia arborea a fiore bianco

Brugmansia arborea Rosea
Non per niente si è meritata, e giustamente, l'appellativo di Trombone d'Angelo o Tromba degli Angeli. Dove sta quindi la diabolicità della pianta? Tutte le sue parti, in particolare le foglie, contengono alcaloidi, quali, ad esempio, atropina e scopolamina in elevate dosi, che agiscono sul sistema nervoso centrale e periferico provocando allucinazioni, spasmi, convulsioni e, in dosi massicce, il coma, fino alla morte. Non per niente questa Solanacea era ben nota alle popolazioni indigene dell'America Centro-meridionale e veniva utilizzata dalle tribù per preparare bevande allucinogene durante i cerimoniali religiosi.
Brugmansia arborea Aurea
Velenosità a parte (del resto molte delle piante presenti nei nostri giardini e orti rientrano nella schiera di piante medicinali/tossiche/velenose), è una pianta indubbiamente molto scenografica, anche se piuttosto sensibile al freddo. In posizioni riparate, esemplari adulti, con tronco ben lignificato, possono svernare all'aperto e sopportano anche brevi periodi intorno allo zero termico, pur perdendo del tutto la parte aerea e conservando solo il tronco, come una sorta di sgraziato attaccapanni. In primavera riemette nuova vegetazione dalle gemme latenti al di sotto della corteccia. Se possibile tuttavia, consiglio di ricoverarla in inverno a T° intorno ai 2-4°C. Predilige posizioni luminose, terreni preferibilmente freschi, con necessità di irrigazione che aumentano in estate e nel periodo della fioritura. Si può ovviamente coltivare anche in vaso, utilizzando terriccio comune e adeguando via via la dimensione del vaso alla crescita della pianta. 

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